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CURIOSITÀ – Domani è venerdì 17. Calano le superstizioni al volante ma alcune restano “indelebili”

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Domani è Venerdi 17. Di che superstizione siete?

Cornetti rossi, santini, ferri di cavallo e zampette di coniglio addio: gli italiani non ricorrono più agli amuleti portafortuna quando guidano. A sorpresa la scaramanzia in automobile non è più così frequente come un tempo. Anche se il gatto nero che attraversa la strada è ancora uno spauracchio… un italiano su sei, infatti, se lo vede cambia strada. Dal sondaggio svolto da Facile.it, il 56% di automobilisti sostiene di non essere affatto superstizioso, contro il restante 44% che ammette l’uso di amuleti contro la jella.

Gli oggetti scaramantici più ricorrenti sono i classici cornetti di corallo, che, appesi allo specchietto retrovisore, dondolano assieme all’arbre magique di turno. Attenzione, però, per adempiere alle sue funzioni, il cornetto deve essere “tuosto, stuorto e cu ‘a ponta”, rigido, storto e con la punta, almeno a detta dei napoletani, che ne fanno tradizionalmente un gran uso, non solo in macchina. Tra gli altri oggetti più utilizzati, anche i quadrifogli infilati nel portafogli o nella patente, i gadget della propria squadra calcistica del cuore o addirittura oggetti ingombranti come ferri di cavallo. E se proprio non si ha a portata di mano nessun amuleto, allora c’è sempre la possibilità di fare le proverbiali corna: quasi un automobilista su 10 confessa di ricorrere a questo trucchetto per sentirsi più sicuro in caso di eventi sfortunati. Ma non tutti sanno, forse, che fare le corna è un gesto simbolico antico che richiama forze positive, come virilità, procreazione e vita.

È il temibile gatto nero, però, l’evento più temuto sulle strade. A tal punto che quasi il 17% degli intervistati si ferma e aspetta che passi qualcun altro al suo posto, se lo avvista tagliargli la strada, o, in casi estremi, opta per un altro percorso. Tra i gesti propiziatori più ricorrenti, anche quello di fare un giro completo attorno all’auto o di non superare mai un carro funebre vuoto. Il vero ostacolo insormontabile è il numero 17: se, arrivati alla meta, il contachilometri segna un numero che finisce con 17 alcuni intervistati non hanno remore ad ammettere di continuare a fare qualche altro metro per arrivare al 18. I casi più gravi, infine, il venerdì 17 decidono di lasciar perdere e non guidare affatto.

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