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Cronaca Italia

Migranti, il Viminale predispone 11 centri per i rimpatri e nuove regole per i soccorsi

Il piano del Viminale per i migranti che non hanno diritto all’accoglienza e nuove regole per gli equipaggi delle Ong.

Si attuano le prime misure del Parlamento per la gestione dei migranti. Il Ministero dell’Interno ha trasmesso alle Regioni la lista dei luoghi dove sorgeranno i nuovi Cpr, i Centri permanenti per i rimpatri che sostituiscono i Cie.
Entro luglio dovrebbero essere pronte le strutture per ospitare chi non ha diritto a rimanere in Italia e deve essere rimpatriato. In Lombardia la Caserma di Montichiari, in Friuli Venezia Giulia si rimetterà a nuovo il centro di Gradisca d’Isonzo, in Piemonte sarà ristrutturato il vecchio Cie, nel Lazio il sito Ponte Galeria, a Roma, in Campania la Caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere, per la Basilicata Palazzo San Gervaso, in Sardegna il carcere dismesso di Iglesias, in Sicilia il Cie di Caltanissetta, in Emilia-Romagna il Cie di Modena, in Puglia con il Cie di Bari Palese, in Calabria gli stranieri saranno portati invece nella struttura Mormanno. Complessivamente sono 1.100 posti che dovranno comunque aumentare nel giro di pochi mesi. Al momento Veneto, Liguria e Toscana sono infatti escluse dalla distribuzione, ma dovranno poi indicare un luogo dove sistemare almeno 100 persone a testa. Domani saranno invece i Comuni a dover comunicare i luoghi per l’accoglienza dei profughi.

Si stanno anche studiando le nuove regole per i soccorsi in mare: il coordinamento affidato alla Guardia costiera, la registrazione di tutti i membri degli equipaggi delle navi delle Ong con lo scopo di evitare collusioni con gli scafisti. La Guardia costiera dovrebbe anche definire dove saranno localizzate le imbarcazioni delle organizzazioni non governative, impedendo che le navi si avvicinino troppo alla Libia. Se le verifiche finora fatte hanno escluso rapporti tra ong e trafficanti, i contatti potrebbero esserci con chi è a bordo delle imbarcazioni delle ong. Entro venerdì la commissione Difesa del Senato coordinata da Nicola Latorre comunicherà le sue conclusioni.

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