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Napoli, colpo di fulmine tra la Parmacotto e le Catacombe di San Gennaro

La Parmacotto è rimasta rapita dalle catacombe di San Gennaro, ecco la storia

Andrea Schivazappa, amministratore delegato di Parmacotto, racconta di aver trascorso i primi due anni in qualità di amministratore delegato, a salvare posti di lavoro nell’azienda e contemporaneamente riuscire ad avere una crescita del 5% annuo. La sua storia si intreccia con quella dei ragazzi della Fondazione La Paranza, ragazzi che gestiscono a Napoli il sito archeologico della Catacombe di San Gennaro, luogo amatissimo dai visitatori come dimostrato nella recente classifica di Tripadvisor che lo pone al terzo posto in Italia tra i monumenti per incremento di apprezzamento dei visitatori.
“Quando abbiamo visitato questo sito e ascoltato la storia di questi ragazzi è scoppiato il colpo di fulmine. Le Catacombe di San Gennaro hanno fatto un percorso di rinascita simile a quello intrapreso da Parmacotto in questi ultimi anni e negli occhi dei ragazzi della Sanità abbiamo visto la stessa forza nostra per uscire dalla crisi”.
Così Andrea Schivazappa, amministratore delegato di Parmacotto, spiega la genesi del sostegno che l’azienda emiliana ha deciso di stanziare per il restauro del Vestibolo Superiore delle Catacombe di San Gennaro. Trentamila euro che contribuiranno al recupero e alla conservazione dello splendido affresco risalente al II secolo d.C. e rovinato dal tempo e dall’umidità delle catacombe.
“Per noi è solo un inizio – spiega Schivazappa, rivolto ai ragazzi della Cooperativa la Paranza, che gestisce il sito paleocristiano – e vi saremo sempre vicini in futuro. Eravamo pronti per un impegno di responsabilità sociale e abbiamo scelto le Catacombe, per il valore culturale ma anche per il potente significato sociale, perché dimostra come un gruppo di giovani di un quartiere difficile possa esprimere al meglio le proprie potenzialità se gliene viene data la possibilità”.
Alla presentazione dell’accordo tra Parmacotto e Catacombe, è intervenuto anche Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, entusiasta per l’iniziativa e per l’accordo travato da una cooperativa di ragazzi che sono riusciti ad andare oltre la burocrazia dei Ministeri e farsi conoscere per il loro valore.
Sulla sinergia con Parmacotto, Giulierini ricorda: “Il prosciutto venne inventato per le legioni romane che dovevano andare in Gallia e portarsi dietro scorte che non andavano a male”.

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