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Scandalo Facebook, Zuckerberg: “E’ colpa mia, mi scuso e temo per le prossime elezioni”

Il fondatore del social network rompe il silenzio sullo scandalo dei dati e si scusa

Mark Zuckerberg rompe il silenzio sullo scandalo dei dati personali raccolti su Facebook e chiede scusa: “Sono responsabile di quello che è successo. Abbiamo fatto degli errori, c’è ancora molto da fare”, scrive sulla sua pagina personale del social media. “Abbiamo la responsabilità di proteggere le vostre informazioni”, aggiunge.
“Abbiamo la responsabilità di proteggere i vostri dati, e se non riusciamo a farlo non meritiamo di essere al vostro servizio” spiega Zuckerberg aggiungendo che che sta lavorando “per capire esattamente cosa è successo e assicurarsi che non accada mai più”. “La buona notizia – aggiunge – è che molte misure per prevenire tutto questo sono state già prese anni fa”.
“Chiedo scusa e sono disponibile a testimoniare davanti al Congresso americano”, ha aggiunto Zuckerberg, spiegando di essere disponibile anche all’ istituzione di nuove regole per i social network.

La dichiarazione arriva a margine dello scandalo che sta colpendo la piattaforma social più famosa al mondo, sfruttata per raccogliere dati personali degli utenti dalla Cambridge Analytica sotto la supervisione di Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump.

E Stephen Deadman, Deputy Chief Global Privacy Officer di FB assicura all’Ansa: “siamo fortemente impegnati nel proteggere le informazioni delle persone”. Intanto in America scatta la prima class action contro Facebook e Cambridge Analytica negli Stati Uniti. L’azione legale e’ stata avanzata presso la corte distrettuale di San Jose’, in California, e potrebbe aprire la strada a molte altre cause collettive per la richiesta dei danni provocati dalla mancata protezione dei dati personali. Dati raccolti senza alcuna autorizzazione – spiegano i promotori dell’azione legale – e che sono stati utilizzati per avvantaggiare la campagna di Donald Trump.

Mark Zuckerberg è sicuro che si voglia ancora una volta sfruttare la piattaforma di Facebook per influenzare le elezioni, e lancia l’allarme in vista del voto di metà mandato in cui gli americani rinnoveranno gran parte del Congresso. “Sono certo che qualcuno sta cercando di usare Facebook per influenzarle”, ha detto nel corso di una intervista alla Cnn: “Sono certo che c’è una seconda edizione di tutto quello che è stato lo sforzo della Russia nel 2016, ci stanno lavorando. E sono certo che ci sono nuove tattiche che dobbiamo essere sicuri di individuare e fronteggiare”.

“Siamo fortemente impegnati nel proteggere le informazioni delle persone e accogliamo l’opportunità di rispondere alle domande poste dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni”: lo dice all’ANSA Stephen Deadman, Deputy Chief Global Privacy Officer di Facebook, dopo che l’Agcom ha inviato alla società una richiesta di informazioni sull’impiego dei dati “per finalità di comunicazione politica da parte di soggetti terzi”.

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