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Trieste, minorenne pro Isis era pronto a far saltare la scuola

Per la prima volta in Italia sarà affiancato da un imam che lo rieducherà

C’era un minorenne italiano di origine algerina dietro due chat chiuse e diversi canali Telegram in cui venivano diffusi messaggi di propaganda dell’Isis tradotti in italiano e fatti atti di proselitismo per spingere i membri a compiere attentati.

Secondo gli investigatori il minorenne sarebbe stato pronto a realizzare un dispositivo rudimentale per compiere un’azione nella scuola da lui frequentata. Grazie alle indagini della Postale e delle Digos di Trieste e di Udine è stato scoperto e denunciato.

Il giovane è stato bloccato e nello zaino gli agenti hanno trovato diversi documenti in lingua araba e una bandiera dell’Isis realizzata manualmente dal ragazzo. Nella sua abitazione poi, i poliziotti hanno sequestrato ingente materiale informatico.

Sulla vicenda è intervenuta anche la Procura dei minori che hanno avviato per il minorenne, per la prima volta in Italia, un percorso di ‘riabilitazione’ e deradicalizzazione, scollegandolo dalla rete del “cyber jihad”. Dopo aver accertato le sue responsabilità, la polizia e la procura dei Minori di Trieste, hanno infatti dato il via ad un processo di recupero grazie agli strumenti messi a disposizione dell’ordinamento, ‘scollegando’ di fatto il giovane dal ‘cyber jihad’. Il giovane, inoltre, sarà affiancato da un imam perché apprenda una visione più ampia dell’Islam.

In un video, diffuso sul suo canale ‘Telegram’, il ragazzino spiegava quanto fosse facile creare una bomba: ”Semplice no, il fratello ci ha messo 15 minuti” aggiungendo che “il materiale è roba semplice che compri al supermercato”.

In un altro messaggio, il minorenne chiedeva agli altri utenti: “‘Salve, come faccio a far passare una cintura esplosiva attraverso le porte automatiche?”. La risposta gli è arrivata in lingua araba: “Si tratta di un materiale plastico inodore per cui è impossibile che venga scoperta sia dai cani addestrati che dagli apparati di controllo degli aeroporti. E’ possibile che superi i controlli dell’aeroporto con la stessa facilità con cui vengono superati da qualsiasi pezzo di plastica. Con la volontà di Allah ne parleremo dettagliatamente nei prossimi giorni dando indicazione su come fabbricarlo”.

Il ragazzino, nonostante la sua età, si proponeva anche come figura di raccordo con organizzazioni terroristiche internazionali, allo scopo di aiutare e assistere i combattenti che intendevano recarsi nei territori di guerra. In un messaggio intercettato dalla Polizia scrive: ”Ma volevo dire che ti posso aiutare nella tua impresa: Akhi lo faccio perché è un piacere ed è un dovere. Non avrai solo indicazioni. Ci sono molti fratelli che sono in fila. Comunque tu non abbassare mai la guardia”.

 

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