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Giallo Budriese. Budrio come Villa Diodati a Ginevra nel maggio del 1816

Giallo Budriese. Budrio come Villa Diodati a Ginevra nel maggio del 1816

C’è un libro di poco più di 100 pagine. C’è un festival che è un piccolo festival. C’è un città di poche migliaia di persone. C’è un gruppo di persone che si diverte a scrivere e raccontare le proprie fantasie e immagini.

Queso piccolo gruppo di scrittori ha pubblicato con Bonomo Editore 9 racconti e una poesia in un libro intitolato “Giallo Budriese”. Il libro è stato presentato al pubblico durante il “Festival della Letteratura di Budrio” svolto tra il 22 e il 29 aprile. Questo festival ha tanti meriti, ma anche un grave demerito: quello di avere me come Direttore Artistico. Comunque:

I 9 racconti (uno del sottoscritto) hanno un tema comune: il vino. Il lungo sottotitolo del libro, infatti, è “(dorato con riflessi ambrai, intenso, con sentori affumicati di frutta secca e agrumi) 9 polizieschi Docg di 9 scrittor budriesi. Sommelier poetico di M.G. Cristaldi”.

È evidente la volontà di questi nove scrittori e della poetessa di divertirsi insieme. Il clima degli incontri di elaborazione dei racconti sembrava quello dell’estate del 1816 alcuni grandi nomi della letteratura inglese nella Villa Diodati sul Lago di Ginevra. In quella occasione Percy e Mary Shelley, Lord Byron, John Polidori si trovarono insieme e decisero di scrivere dei racconti di genere horror. Da quelle conversazioni sarebbero nati “Frankenstein o il moderno Prometeo” di Mary Shelley e “Il Vampiro” di John Polidori (anche se in principio fu attribuito a Lord Byron), breve racconto che, poi, 70 anni più tardi, nel 1897, avrebbe ispirato Bram Stocker per il celebre capolavoro del genere horror “Dracula”.

I nomi sono diversi, il genere è diverso, il luogo è diverso. Quello che accomune i due episodi sono la volontà di trascorrere del tempo insieme raccontandosi storie. Forse, è così che Giovanni Boccaccio aveva pensato al “Decameron”.

I racconti sono scritti tutti con perizia, racconti che si somigliano poco, ma che avvincono con le diverse tecniche narrative utiliizzate dagli scrittori. Il vino talora è il pretesto, qualche volta la causa, qualche volta abbraccia appena la trama. Il risultato di insieme e quello di un libro compiuto e riuscito.

Concludiamo come scrive la bravissima Giovanna Pierantoni, coordinatrice del progetto, che nella Prefazione del libro conclude dicendo: “Ai lettori l’invito a stappare le bottiglie e a gustarne il contenuto”.

La colonna sonora della lettura del libro potrebbe essere “Going to California”, incisa dai Led Zeppelin nel 1971 (l’anno della mia nascita), magari guardando i dipinti del pittore olandese Gerrit van Honthorst, come “L’allegro suonatore” (1623) conservato al Rijksmuseum di Amsterdam.

Spent my days with a woman unkind, Smoked my stuff and drank all my wine. Made up my mind to make a new start,
Going To California with an aching in my heart.
[Led Zeppelin, Going To California, Led Zeppelin IV, 1971]

Amedeo Gargiulo

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