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Concepita grazie allʼutero di una donatrice deceduta: la nuova tecnica apre strade per contrastare l’infertilità uterina

Concepita grazie allʼutero di una donatrice deceduta:

La nuova tecnica che apre le strade per contrastare l’infertilità uterina, dona al mondo la prima bambina concepita grazie ad un utero trapiantato in una donna non fertile, da una donatrice deceduta, è nata un anno fa in Brasile.

A renderlo noto è uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet. L’uso di donatori deceduti per i trapianti uterini “potrebbe aumentare significativamente l’accesso a questo trattamento”, ha spiegato Dani Ejzenberg dell’ospedale universitario di San Paolo.

Il trapianto è avvenuto nel 2016 con un intervento durato 10 ore. I dieci tentativi precedenti, sempre con un utero espiantato da una donatrice non vivente, si erano conclusi con aborti spontanei. Il 15 dicembre 2017 è invece nata una bimba sana che sta per festeggiare il suo primo anno di vita. Sua madre, 32 anni, non poteva avere figli perché nata senza utero a causa della sindrome di Mayer-Rokitansky-Kuster-Hauser.

La donatrice era una donna di 45 anni, madre di tre figli, deceduta per un ictus. I medici ricercatori dell’Hospital das Clínicas, Università di São Paulo, hanno quindi prelevato il suo utero e lo hanno impiantato nella 32enne. Coi suoi ovuli e il seme del marito hanno invece concepito in vitro otto blastocisti che sono poi stati impiantati. Di questi uno è sopravvissuto ed è diventata una bella bambina.

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