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Ambra Angiolini e Giulia: “Mi sono decisa a parlare perché a noi è stato chiesto il miracolo e l’abbiamo fatto”

La storia di Ambra Angiolini e Giulia

Ambra e Giulia si sono conosciute nella casa famiglia dove l’attrice faceva volontariato, fino a creare tra loro un rapporto speciale come tra madre e figlia. La storia di Ambra e Giulia è riportata da Il Corriere della Sera, “Ricordo di aver visto Giulia vicino al lettino vuoto, su cui era appoggiata una tutina. Aveva nel suo dolore una dolcezza spiazzante e mi è sembrata subito mia figlia”, racconta l’attrice. “Aveva iniziato a studiare libri di diritto minorile, in lei c’era la voglia di avere una possibilità. Ho letto il suo fascicolo, niente droghe, niente del genere. Ma era una specie di Treccani di complicatissimi giudizi. Sembrava una sentenza, in cui ogni suo gesto era stato giudicato. Mi sono messa nei suoi panni: se avessi dovuto sostenere un esame per dimostrare di essere una buona madre, sarei entrata in confusione io stessa. Su una carta avevo letto che Giulia non aveva fatto sedere Flavio su un tappeto con dei giochi e lo aveva tenuto in braccio. Poi lei mi ha detto che quel tappeto era sporco, per questo non lo aveva fatto scendere. Forse avrebbero tolto i figli anche a me”

Giulia, 20 anni, non vede suo figlio Flavio dal settembre del 2017. Aveva partorito da due mesi e mezzo Flavio quando con lui è andata a vivere in una casa famiglia vicino a Roma. Ma non è bastato, perché i servizi sociali hanno disposto l’allontanamento del bambino.

Ambra decise di aiutare la ragazza, “Le era stato chiesto di trovare un lavoro e stabilire un suo percorso di vita. Sfidando l’impossibile, anche se era estate e tutti erano in ferie, nel giro di un mese ha trovato un impiego al McDonald’s, poi si è iscritta a una scuola di trucco. La crescita di Giulia doveva essere certificata e lo abbiamo fatto”.

Dopo l’allontanamento, Giulia rivede suo figlio per un’ora, ma da settembre 2017 arriva un’altra bastonata, la sentenza che rende Flavio adottabile. Riprende Ambra: “Giulia tremava, aveva attacchi di panico. Ma nonostante lo choc ha continuato a impegnarsi in questa corsa faticosissima in cui, le avevo detto all’inizio, non c’è medaglia d’argento: doveva solo vincere. Abbiamo intrapreso un percorso legale che lei non avrebbe potuto sostenere da sola”.

Dopo un anno arriva la prima grande vittoria, Ambra racconta, “Giulia è una piccola donna di gran carattere. Abbiamo vinto l’appello: il giudice ha chiesto il riavvicinamento tra madre e figlio con decreto esecutivo”. 

Ma da allora, per questioni burocratiche, l’incontro tra mamma e bambino non è mai avvenuto ed Ambra spiega, “Sapevamo che il percorso sarebbe stato lento, non bisogna bruciare tappe. Però più tardi si inizia e più tardi un bimbo che ne ha diritto riavrà sua madre. E così, per un’incomprensione tra due comuni, non si è riusciti per mesi a nominare un assistente sociale che garantisse il riavvicinamento. Per questioni burocratiche non si trovava chi monitorasse gli incontri. E allora ti dici, va bene, è luglio, aspettiamo. Ok, agosto, ci sono le ferie. Settembre, si è appena rientrati, ottobre bisogna avere pazienza… poi arriva dicembre con un bimbo che a febbraio compirà 3 anni e sta in una casa famiglia. E io dico basta. Mi sono decisa a parlare perché a noi è stato chiesto il miracolo di trovare in un mese un lavoro, pensare a un progetto di vita. L’abbiamo fatto, ci siamo affannati per rispettare le scadenze e invece qui, davanti a un decreto esecutivo, dobbiamo stare zitti e aspettare mesi. Non stiamo sfidando la legge, vogliamo solo farla eseguire”.

Ambra si sta battendo con tutte le sue forze, fino a rendere pubblica questa storia, perchè finalmente Giulia abbia giustizia.

 

Ambra e Giulia – Il Corriere della Sera

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