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Ilaria D’Amico si racconta: “Lavoro di meno per un motivo preciso. La cosa che mi è piaciuta di Buffon? Soprattutto una…”

Ilaria D’Amico si racconta in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Maria Volpe per “Il Corriere della Sera”:

Lei Ilaria vive a Milano, lui (Gigi) a Parigi. Una vita decisamente complicata.
«Confermo, molto complicata».Nella complicazione è stata fortunata: ora per Sky segue la Champions League, il programma di punta, ma che almeno le lascia le domeniche libere. Un gran vantaggio. È stata una scelta?
«Sì certamente una scelta, pensata e condivisa con Sky che, come è sempre stato, agisce in perfetta sinergia con me. Dopo tanti anni di weekend impegnati con il lavoro, questa proposta mi ha dato l’opportunità di dedicarmi a tenere insieme tutta la mia famiglia allargata. Diversamente sarebbe stato più complicato».

Una strada faticosa, che in qualche modo potrebbe averle rallentato la carriera o una scelta serena?
«Assolutamente una scelta serena. Io continuo ad essere appassionata del mio lavoro, ma adesso c’era bisogno anche di altri spazi nella mia vita».

Provi a raccontare le acrobazie di una famiglia allargata come la sua (riassumo: lei ha un bimbo di 8 anni, Pietro, nato dalla sua precedente relazione con Rocco Attisani, che vive a Milano con lei e che ovviamente deve vedere anche il papà. Gigi ha due figli nati dal legame con Alena Seredova, che vivono a Torino con la mamma. Lei e Gigi avete un bimbo piccolo, di 3 anni, Leopoldo, che vive tra Milano e Parigi e che divide il suo tempo anche con il papà). Quindi?
«Quindi la vita è piuttosto movimentata. La soluzione più semplice sarebbe stata vivere tutti assieme a Parigi, ma ci sono i bambini, i genitori di ciascuno di loro, le sensibilità di tutti da rispettare. Quindi a fine settimana alternati, io, Pietro, Leopoldo e i figli più grandi di Gigi andiamo a Parigi a trascorrere un weekend lungo. Appena può, Gigi ci raggiunge in Italia. E poi ci sono le varie vacanze scolastiche. Tutto molto vivace, ma anche bello».

Cosa ha scoperto in questa vita fatta di voli aerei, incastri e fughe?
«Che ci vuole tempo e disponibilità per costruire e tenere unita una famiglia come la nostra. Che se avessi lavorato con tutti gli impegni di prima, non ce l’avrei fatta. E che – se la scelta è libera e consapevole – vale la pena di fare qualche rinuncia per vedere attorno a sé crescere gli affetti più cari».

Se lei avesse proseguito dunque col campionato, se avesse accettato altre offerte, la sua famiglia sarebbe stata complicata da gestire?
«In tutte le famiglie gestire quotidianità e lavoro non è mai facile. Nella nostra in particolare, con una sede anche all’estero, sarebbe stato molto più difficile mantenere solidità, equilibri e quel calore che ci piace consolidare costantemente nella nostra famiglia».

Le manca un talk politico come faceva un tempo?
«Non lo vivo come una rinuncia, magari tra qualche tempo le cose cambieranno di nuovo. Questa tranche di vita la vivo come una opportunità diversa».

Verrebbe da dire però che sono sempre le donne a tenere in piedi gli equilibri…
«Questo è vero, forse è un ruolo ricavato per noi nella natura. La cosa che mi è piaciuta di Gigi anche in questa occasione è stata la sensibilità di confrontarsi con me su difficoltà e opportunità di una vita a Parigi, per poi prendere una decisione insieme».

Ha mai pensato: basta, al diavolo il lavoro, faccio solo la mamma?
«Assolutamente no. Sono figlia di una mamma che ha lavorato tanto per tutta la vita ed è stato un punto di riferimento insostituibile per noi figlie. Questa è la mia cultura e penso che la mia felicità e il mio equilibrio passino dall’essere madre, ma anche una professionista».

E ha mai pensato: basta stare a casa tanto tempo, mi ributto nel lavoro a tempo pieno? Ride (ndr).
«Non ho mai avuto l’occasione di stare a casa per tanto tempo in una vita tra lavoro e famiglia fatta di tutto tranne che di tempo vuoto».

Avrebbe voglia di lasciare il mondo del calcio e fare altro?
«No, dopo tanti anni continuo ad accorgermi della passione e del divertimento che rappresenta per me il racconto dello sport più popolare del nostro Paese. Sono certa però che in anni più tranquilli tornerò a dedicarmi anche ad altri tipi di racconto che mi appassionano allo stesso modo».

E se arrivasse un altro bimbo (anzi ci vorrebbe una bimba a questo punto, lei è circondata solo da maschi!) ……
«Adorerei avere anche una figlia femmina, ma a quel punto vorrei anche che qualcuno inventasse un mio clone robotico…».

Cosa le piace di più di Parigi?
«Mi piace la bellezza che lì si respira nelle strade, nei musei, tra la gente, anche quando parli di diritti umani. Credo che sia un popolo mai domo dal punto di vista del dibattito sui temi dei diritti e delle difficoltà sociali , come dimostrano i fatti dolorosi a cui stiamo assistendo in questo momento».

Si pensi tra tre anni: dove si vede, in quale città, circondata da chi, con quale lavoro?
«Non saprei proprio e non mi interessa particolarmente. La vita da quando ho 20 anni dimostra di sapermi stupire ad ogni angolo. Mi piace vivere intensamente ogni giorno e lasciarmi guidare dall’istinto del momento. In ogni caso, sempre e per sempre cittadina del mondo, ma con tutti i miei affetti intorno».

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