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Cultura

Stonehenge ha migliaia di siti simili in tutta Europa: uno studio svedese fa luce sull’origine delle costruzioni

Uno studio svedese,  riportato da Focus, fa luce sull’origine dei megaliti

Il sito di Stonehenge rappresenta da sempre un mistero per gli archeologi, ma anche per i tanti appassionati che ogni anno accorrono a visitarlo. In realtà, i grossi megaliti che lo compongono, sono una caratteristica architettonica presente in tutta Europa, in altre 35mila località, dalla Sardegna alla Scandinavia e da anni è oggetto di studi.

L’ultima novità arriva da una pubblicazione su Proceedings of the National Academy of Sciences, riportata da Focus. Lo studio rivela che, al di là dei diversi stili regionali, questi monumenti potrebbero avere una comune origine, localizzata nel nord-ovest della Francia. A lanciare lo stile costruttivo di successo potrebbe essere stata una singola cultura di cacciatori-raccoglitori vissuta in Bretagna attorno a 7.000 anni fa, che avrebbe poi diffuso i rudimenti di architettura e la cultura ad essi legata attraverso la navigazione. La ricerca guidata da Bettina Schulz Paulsson dell’Università di Göteborg, in Svezia, contraddice l’ipotesi di uno sviluppo indipendente dei vari siti, da alcuni sostenuta negli ultimi decenni, e sposta indietro di circa 2.000 anni lo sviluppo delle capacità tecnologiche che consentirono di spostarsi su lunghe rotte navali.

Gli scienziati hanno analizzato i dati raccolti con le analisi al radiocarbonio compiuti in 2.410 siti megalitici europei che riguardavano resti umani, ma nonchè informazioni anche sulle conoscenze tecnologiche, le usanze funebri e altre idee esportabili attraverso la navigazione e il contatto tra culture. I sito con i megaliti più antichi sono risultati essere quelli del nord-ovest della Francia (inclusi i famosi Allineamenti di Carnac): questa collezione di pietre erette, tumuli di terra e dolmen (tombe megalitiche a camera singola) risale all’incirca al 4700 a. C. All’epoca la regione era abitata da un popolo di cacciatori raccoglitori con avanzate conoscenze di navigazione. Alcune incisioni nell’area raffigurano capodogli e altri animali marini con la perizia di chi li aveva visti da vicino.

Da qui i megaliti si diffusero nelle regioni costiere del resto d’Europa, in tre ondate successive. Prima in Francia, in alcune parti della penisola iberica e del Mediterraneo; quindi, nella prima metà del quarto millennio a. C., sulle coste atlantiche della Spagna, sulle isole britanniche e in altre zone della Francia; infine, nella seconda metà di quel millennio, nel nord della Scandinavia e in Germania.

Il fatto che raramente queste strutture si trovino nelle regioni interne depone a favore di una loro diffusione via mare; se confermato, significherebbe che le rotte su lungo raggio erano già praticate due millenni prima dell’Età del Bronzo, diversamente da quanto ritenuto finora. Il mistero sullo scopo di questi monumenti continua in ogni caso a rimanere fitto.

Nella foto gli Allineamenti di Carnac

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