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Cervelli in fuga rientrano in Italia, ma l’Agenzia delle Entrate li considera ‘evasori totali’

Tredici scienziati italiani hanno scritto una lettera al Miur

Tredici scienziati italiani, rientrati dall’estero si sono ritrovati con cartelle esattoriali da migliaia di euro, considerati come evasori totali. Il decreto legge 78 del 2010 per il rientro dei cervelli permette agli scienziati italiani all’estero di tornare pagando l’Irpef solo sul 10% dello stipendio. Ma nel 2017 l’Agenzia delle Entrate ha stabilito con una circolare interna e in modo retroattivo che all’agevolazione fiscale avevano diritto solo i ricercatori che si erano iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero.

La Repubblica racconta la storia di 13 giovani scienziati, fra quelli fulminati dalle lettere di ingiunzione, anche se non si sa quanti cervelli rientrati siano diventati evasori totali per l’Agenzia delle Entrate, che hanno scritto una lettera al viceministro dell’università e della ricerca Lorenzo Fioramonti. Michele De Gennaro, ingegnere esperto in auto con ridotte emissioni di anidride carbonica, si è ritrovato con un conto da oltre 20.000 euro ed è tornato in Austria, da dove veniva. “Lavoro all’Istituto di tecnologia di Vienna. Mi sento umiliato e mortificato. Mi dispiace per la mia Italia, racconta, il contratto italiano al Jrc della Commissione Europea a Ispra, Varese, non reggeva il confronto con lo standard austriaco. Ma gli incentivi mi avevano convinto”.

Cervelli in fuga cartelle esattoriali

Annalisa Fico, che si occupa di cellule staminali e malattie neurodegenerative al Cnr di Napoli e che deve al fisco 9mila euro, racconta, “Quando sono rientrata io, nel 2012, questa registrazione non era richiesta. Sono andata all’Agenzia delle Entrate presentando contratti di lavoro in Francia, ricevute degli affitti e bollette pagate. Hanno controllato che ero stata effettivamente un cervello in fuga, ma hanno mandato lo stesso l’ingiunzione. Ho appena pagato le spese per l’avvocato e il deposito del ricorso: 4.500 euro”.

Nella lettera al Miur, i cervelli in fuga hanno scritto, “Per alcuni di noi le richieste di rimborso e sanzioni potrebbero superare i 100mila euro, distruggendo i progetti di casa e famiglia costruiti con sacrificio negli anni”. Precisando che i vari uffici dell’agenzia delle Entrate hanno applicato le sanzioni senza un criterio coerente per tutti, “Alcune hanno applicato la norma sul rientro dei lavoratori anziché quella sul rientro dei cervelli. Altre hanno richiesto di pagare la somma completa seppur riconoscendo la non punibilità e quindi annullando le sanzioni. Alcune Agenzie infine richiedono Irpef, interessi e sanzioni piene”.

Daniele Sanvitto dell’istituto per le nanotecnologie del Cnr, un passato in Gran Bretagna, Francia e Spagna, deve al fisco circa 30mila euro. “Ma ho vinto due grandi bandi europei per lo studio dei transistor fatti di luce e dei computer quantistici. Al mio laboratorio ho portato 2,5 milioni di euro”.

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