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Spettacolo Televisione

Fiorello annuncia il ritorno alla Rai: “Cercherò di smuovere le acque. Tanti programmi hanno oltre 20 anni..”

Fiorello racconta il ritorno alla Rai in un’intervista a La Repubblica

Fiorello saluta Radio Deejay dopo l’esperienza del ‘Rosario della sera’ ed annuncia il ritorno alla Rai. In un’intervista a La Repubblica, lo showman racconta. “Ho chiuso l’esperienza col Rosario della sera su Radio Deejay, è stata pazzesca”. E adesso? “Ora c’è la tv”.

Dopo le recenti polemiche con il quotidiano La Repubblica, Fiorello annuncia in una lunga intervista il suo ritorno ufficiale alla tv di Stato. La sua presenza non riguarderà solo il canale Rai Play. “Stiamo discutendo il progetto RaiPlay e pensiamo a una serie di contenuti che passino anche sulla tv generalista”.

Proprio sul suo ritorno, Fiorello spiega. “C’è il partito: ‘ditegli di tornare su Rai 1′. E poi c’è chi sa tutto. ‘Non va a fare la prima serata perché ha l’ansia degli ascolti, non si vuole più misurare…  Se facessi il varietà gli stessi direbbero. ‘Vabbè Fiore, ma fai sempre le stesse cose!’..”. Lo showman siciliano è pronto a mettersi in gioco. “Se vede i programmi in onda, tanti superano i vent’anni. Cercherò, anche con il rischio di sbagliare, a tentoni, di smuovere le acque. Rischiando. Grazie a Dio c’è ancora attenzione su di me. Ho voglia di cercare nuovi stimoli: il varietà con lo smoking, il papillon e la scrittona ‘Fiorello’ alle spalle l’ho già fatto”.

Fiorello affronta anche l’argomento ‘stipendio in Rai’ e spiega. “Non mi vergogno di guadagnare tanto. Sono partito da zero, da solo. Da ragazzo ho lavorato come un cane senza chiedere un soldo alla mia famiglia, che tra l’altro non avrebbe potuto aiutarmi. Il sogno di tutti è di riuscire a diventare qualcuno e guadagnare soldi. Non rubo niente a nessuno… La gente dice: ‘Vaff… non arrivo a fine mese’, io manco lo cominciavo il mese”.

Fiorello spiega anche come vede l’influenza della politica nella tv di Stato. “Credo che il male della Rai sia la politica, ho parlato con diversi dirigenti che mi dicevano di non poterne più. ‘Non possiamo iniziare un progetto che poi si ferma’. Come può funzionare se cambiano di continuo i vertici? Così un’azienda non può crescere e ti credo che restano gli stessi programmi. Se inizi a lavorare e non hai più gli stessi interlocutori che fai? Stavo per tornare a fare varietà, parlavo col direttore generale Mario Orfeo e con quello di Rai 1 Angelo Teodoli. Poi è cambiato tutto”.

Poi conclude. “Il cavallo della Rai non sa più dove andare, se a sinistra, a destra. Vorrebbe solo essere accudito dal pubblico che paga il canone”.

 

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