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Arriva la Carta unica dei servizi: sostituirà tutti i nostri documenti

Arriva la Carta unica dei servizi: sostituirà codice fiscale, tessera sanitaria, patente, badge PA e abbonamenti

La Carta unica dei servizi è quasi realtà. Entro il 2020 un unico documento sostituirà codice fiscale, tessera sanitaria, patente, badge della pubblica amministrazione e abbonamenti degli autobus. A svuotare dall’ingombro di mille tessere i portafogli degli italiani sarà un aggiornamento della Cie, vale a dire la Carta d’identità elettronica introdotta nel 2016 che otterrà «nuove utilità» come dichiarato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese (da subito intanto sono consultabili le funzioni Inps).

LA NORMA
«La norma è già pronta e depositata» spiega Alessio Villarosa, sottosegretario all’Economia del M5s. «Contiamo di approvarla subito» per far partire il servizio «entro il 2020» ma «ci sono stati dei rallentamenti» anche «dovuti all’interlocuzione con il Ministero per l’innovazione». Sotto accusa ci sarebbe la sovrapposizione con il Sistema pubblico di identità digitale sulla cui riforma sta lavorando proprio Paola Pisano: «Ora lo Spid è uno spreco di soldi mentre la Carta è a costo zero per lo Stato.

Abbiamo uno strumento più efficiente e con una classificazione di sicurezza di livello 3 dato che, la presenza di un microprocessore e del supporto fisico, la rende meno vulnerabile rispetto allo Spid». Per il momento però a mancare non è solo l’intesa con la Pisano ma anche lo strumento informatico che abiliterà le nuove funzioni.

Della realizzazione lo SCId (Sistema Comune d’Identificazione) se ne sta già occupando l’istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che, come chiarito dall’ad Paolo Aielli, ha le tecnologie per realizzare «un documento tanto innovativo quanto sicuro» e garantire la «massima tutela dei dati personali» insieme ad un’adeguata «interconnessione» tra le banche dati di Pa, enti ed organismi pubblici o privati coinvolti.

Arriva la Carta unica dei servizi: ecco come sarà

Tutte le funzioni accorpate infatti, «dall’accesso ai servizi Inps fino all’abbonamento Atac a Roma» (dove, spiega Villarosa, «si è pronti con una sperimentazione)», continueranno ad essere controllati «dai gestori attuali». Bisognerà risolvere l’intoppo della reale diffusione della Cie.

Al momento ne sono in possesso 20 milioni di italiani ed è possibile richiederla esclusivamente se il vecchio documento è scaduto o smarrito. Per questo ci sarebbe prima di tutto bisogno di allargare la possibilità di richiederla a tutti. Da chiarire poi come verrà gestita la parte relativa ai pagamenti.

Grazie al chip Nfc integrato (identico a quello presente nelle carte di credito) sarà infatti possibile associare la Cie al proprio conto corrente, rendendola una sorta di prepagata. C’è però il dubbio che questa apertura esterna possa permettere alle istituzioni di accedere ai movimenti bancari degli utenti. Un timore che, garantisce Villarosa, «è infondato» dato che l’associazione con gli strumenti bancari è «facoltativa» e «senza rischi» (fonte: Il Mattino).

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