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Spettacolo

Lorella Cuccarini si racconta: “Volevano vedermi nuda. Martines? Rapporto inesistente. Su Baudo e Columbro…”

Lorella Cuccarini si racconta ripercorrendo le tappe della sua carriera in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’

Lorella Cuccarini si racconta: “Volevano vedermi nuda. Martines? Rapporto inesistente. Su Baudo e Columbro…”. La conduttrice ripercorre le tappe della sua carriera in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Lorella, mi racconti un episodio off degli inizi della tua carriera?
“Ricordo uno dei miei primissimi lavori fatti, ero giovanissima, avevo sedici anni. La mia scuola di danza mi selezionò per fare spettacoli di folklore per gli stranieri in visita a Roma. Li ricordo come un appuntamento molto divertente, non solo per l’eccitazione delle prime volte, ma anche per il contatto con le altre culture. Per una ragazzina agli inizi fu un’esperienza davvero eccitante”.

“Chi lo sa com’è che ho mosso i primi passi” cantavi in una tua sigla storica, e tu li muovi nella scuola di Enzo Paolo Turchi.
“In realtà cominciai con il fratello Flavio Turchi, il mio primo maestro e punto di riferimento umano. Quando mio papà se ne andò di casa io ero molto piccola. Per cui per me oltre a essere una scuola di danza quella fu una scuola di vita, e Flavio una figura fondamentale”.

Figura sicuramente importante per te quella di Pippo Baudo. Ma è vero che devi il vostro incontro ad una convention di gelati?
“Sì (ride), un’esperienza veramente strana. Mi offrirono di far parte del corpo di ballo di quell’evento di cui coreografi erano Brian & Garrison. Si lavorava molto e si guadagnava poco, ma mi dissi “Perché no?” e accettai. Scoprii solo poco prima delle prove che la convention sarebbe stata presentata da Baudo. Alla fine della serata, l’agente di Pippo mi prese da parte e mi disse che il giorno dopo avrebbero avuto piacere di incontrarmi. Io mi presentai e ci scambiammo i contatti. Lì per lì, pensai che il mio numero di telefono sarebbe rimasto chiuso in un cassetto. Invece poi arrivarono una telefonata, e l’incontro con Franco Miseria. E fu “Fantastico””.

Lorella Cuccarini si racconta: “Al primo provino da Pippo Baudo con mia mamma…”

Proprio Pippo, qualche settimana fa al telefono con me, ha sorriso nel ricordare che tu a quell”appuntamento ti presentasti con mamma al seguito. 
(Ride, n. d. r.) “Ero cresciuta convinta che nel nostro ambiente ci fosse un circuito di serie B pericoloso per le giovanissime emergenti. Poi ripensandoci mi dissi: “cavolo, mi ha chiamato Pippo Baudo, non uno sconosciuto!”, ma all’epoca ero ancora molto acerba, giovane e probabilmente un po’ sprovveduta”.

Lori, perché secondo te la TV si sta dimenticando di Pippo?
“Questo paese dimentica in fretta tante cose. Purtroppo non riusciamo mai a onorare sufficientemente le persone che hanno scritto pagine importanti. Succede in molti ambiti, non solo nello spettacolo. Pippo per me è stato veramente una figura di riferimento importantissima, con lui ho imparato molto più che in quindici anni di palestra. E’ una persona con i piedi ben piantati a terra, a differenza di tanti che hanno avuto successo in pochissimi mesi e sembra volino a dieci metri da terra in un delirio di onnipotenza”.

[…] Torniamo a “Fantastico”. “Fantastico 6″, poi l’anno dopo torni in coppia con Alessandra Martines, ed è in termini di ascolto il successo dell’anno. Nella sigla di chiusura, cantate “L’amore è”, però… non fu proprio un idillio fra voi 
“Con Alessandra il rapporto umano fu inesistente. Non sempre tutte le ciambelle possono uscire col buco (ride), anche se quasi sempre ho legato con i colleghi con cui ho lavorato. Io non amo i protagonismi, ma a volte capita di incontrare persone che la pensano in maniera diversa, e che rendono il rapporto molto distante e formale. Con Alessandra fu così”.

Un grandissimo successo  lo hai poi con il passaggio a Fininvest: prima “Festival” nell’87 e poi “Odiens”, che regala a te, ma soprattutto a noi, la sigla più sigla di tutte le sigle: “La notte vola”
“Anche quello  un progetto nato per caso, scoppiato in mano senza volerlo. Che il pezzo fosse forte e con una grande energia lo avevamo intuito sin dall’ascolto del primo provino. Ciliegina sulla torta, poi, fu che la rete e il regista di “Odiens” si appassionassero alla canzone al punto da chiamare Renzo Martinelli – all’epoca regista quotatissimo nelle grandi pubblicità – per farne il videoclip, il primo in assoluto nella storia delle sigle tv . Dopo 25 anni “La notte vola” piace universalmente, sia ai ragazzi degli anni ottanta sia a quelli di oggi”.

Ecco, moltissimi locali gay però hanno deciso di non passare più le tue canzoni in seguito alla polemica sulla questione matrimoni. Io sono stato tra i primi a difenderti, sostenendo la tua posizione per nulla omofoba,  ma semplicemente cattolica. Vogliamo fare pace col mondo gay? 
“Secondo me non si può parlare di mondo gay, ma di una parte di mondo probabilmente ottuso. Io frequento quotidianamente tanti gay che la pensano come me. Purtroppo, ci sono persone aperte mentalmente e illuminate, e altre che invece vogliono ascoltare solo quello che gli fa più comodo. Io preferisco comunque essere sempre sincera e aperta al confronto”.

E io sono totalmente d’accordo con te. Ma se ti dicessi invece Marco Columbro?
“Marco è una persona con cui ho condiviso alcune delle pagine più belle della mia storia televisiva, e quella con cui sono cresciuta maggiormente come conduttrice. Pippo è stato un insegnante fondamentale per la crescita e la formazione professionale, ma Marco è stato il compagno con cui ho probabilmente fatto i passi più importanti, dalle Buone Domeniche alle nostre Paperissime. Sono stati anni fondamentali, tutti gli anni ’90, vissuti insieme sino all’esperienza drammatica, fortunatamente a lieto fine, della sua malattia”.

Lorella Cuccarini si racconta: “Ho nostalgia degli anni a Mediaset…”

Grandissima nostalgia per quegli anni: andare a Mediaset e sapere che non ti si incontra nei corridoi ammetto che fa un certo effetto. 
“Sicuramente è stato un pezzo di vita reale. Un pezzo di cuore è rimasto lì con tutte le maestranze dello studio 10, dello studio 11. Abbiamo vissuto quattordici anni di soddisfazioni, gioie e successi. Ricordo quei momenti come se fossero ieri. Un’esperienza importantissima che ha segnato la mia crescita maggiore: la vera gavetta è quella che ho fatto negli anni di intrattenimento a Mediaset”.

Accennavi alla malattia di Marco: in realtà anche tu hai avuto un momento doloroso della tua vita che hai superato proprio grazie al teatro. Con “Sweet Charity” sei tornata dal pubblico e ad essere la Lorella più amata dagli italiani 
“Quando si cresce e si diventa grandi capita che ti arrivi qualche schiaffone. Poi, guardando con sano distacco, ti accorgi che le esperienze difficili sono quelle che ti formano di più, dandoti una prospettiva di vita diversa, e facendoti ristabilire la tua scala di valori. Sono momenti che ti fanno crescere sul serio”.

Grandi musical: “Grease”, “Sweet Charity”, “Il Pianeta Proibito”. Parlando de “Il Pianeta Proibito”, sai che la tua performance al Festival di Sanremo, tratta dallo spettacolo, e in cui sei nuda e coperta solo da una chitarra, ha incollato alla tv 16 milioni di italiani?
“Lo so, lo so!” (ride).

Tutti volevano vedere “la più amata dagli italiani” nuda!
“Quello era il punto di partenza, poi invece hanno visto uno spettacolo incredibile. In tournée, alla fine di ogni replica, le persone che venivano a salutarmi mi dicevano: “quel momento vale la spesa del biglietto! Anche se avessimo visto solo quello, saremmo usciti soddisfatti”. Certamente “Fever” era un momento di grande innovazione. Luca Tommasini è stato un vero genio, al punto che anche Beyoncé si è poi ispirata in maniera molto forte a noi”.

Nel 2002 sei tornata in Rai. Poi nel 2004 nonostante il tuo contatto di esclusiva, Fabrizio Del Noce ti parcheggia. E il tuo pubblico si chiede ancora perché. 
“Me lo chiedo anch’io, per dirti la verità (ride). Anzi no, non me lo chiedo più. Mi sono data la semplice risposta che gli allenatori che scelgono le squadre da mettere in campo, devono essere liberi di fare le loro valutazioni. Purtroppo in quel momento a me è toccata la panchina. Può capitare in quasi trent’anni di carriera ci siano anche momenti bassi. Penso per esempio alla mia trasmissione radiofonica, “Citofonare Cuccarini”, chiusa dall’oggi al domani. Certo, sono esperienze che a caldo fanno, soprattutto se hai sempre creduto in un un rapporto umano prima che professionale”.

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