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Istat, crescita demografica 2019: positivo solo il Nord, il Sud si sta svuotando

Istat, crescita demografica 2019, innalzamento solo al Nord, mentre il Mezzogiorno si sta letteralmente svuotando

Istat, crescita demografica 2019: positivo solo il Nord, il Sud si sta svuotando. I dati dell’Istituto di ricerca relativi al “ricambio generazionale naturale, sono impietosi per l’Italia, ma soprattutto per il Mezzogiorno. Durante l’anno appena trascorso in Italia si è registrato il livello più basso degli ultimi 102 anni.

Secondo i dati Istat, a fronte di 435mila nuovi nati si sono contati 647mila decessi, con un saldo negativo di 212mila. Il numero medio di figli per donna è di 1,29, mentre l’età media del parto è di 32,1. I numeri vengono illustrati nell’annuale rapporto sugli indicatori demografici.

La crescita demografica si concentra particolarmente nel Nord, mentre si conferma il calo della popolazione nel Mezzogiorno. Stando ai dati, infatti, lo sviluppo demografico più importante si è registrato nelle province autonome di Bolzano e Trento, rispettivamente con tassi di variazione pari a +5 e +3,6 per mille. Rilevante anche l’incremento di popolazione osservato in Lombardia (+3,4 per mille) ed Emilia-Romagna (+2,8).

La Toscana, pur con un tasso di variazione negativo (-0,5 per mille), è la regione del Centro che contiene maggiormente la flessione demografica e comunque l’ultima a porsi sopra il livello di variazione medio nazionale (-1,9).

Istat, crescita demografica 2019: Sud in calo

Le singole regioni del Sud sono totalmente in contrapposte in merito alle condizioni di sviluppo demografico. La migliore è la Sardegna, che si attesta nel 2019 a ritmi di variazione della popolazione pari al -5,3 per mille. Particolarmente critica, infine, la dinamica demografica di Molise e Basilicata che, in un solo anno, perdono circa l’1% delle rispettive popolazioni.

Residenti 55 milioni italiani, 5,4 milioni gli stranieri. Gli stranieri residenti in Italia, al primo gennaio 2020 ammontano a 5 milioni 382mila, in crescita di 123 mila unita’ (+2,3%) rispetto a un anno prima. “Nel conteggio concorrono 220mila unità in più per effetto delle migrazioni con l’estero, 55 mila unità in più per effetto della dinamica naturale (63mila nati stranieri contro appena 8 mila decessi), 46mila unità in meno per effetto delle revisioni anagrafiche e, infine, 109mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana”, spiega l’Istat nel report annuale.

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