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Spettacolo

Catena Fiorello: “In casa nostra non c’è mai stata tristezza. Per imparare a stare al mondo è fondamentale un aspetto…”

Catena Fiorello si racconta riconrdando passato con un occhio al presente in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair

Catena Fiorello: “In casa nostra non c’è mai stata tristezza. Per imparare a stare al mondo è fondamentale un aspetto…”. La scrittrice si racconta riconrdando passato con un occhio al presente in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Che cosa le ha insegnato nonna Catena?
«Tutto. Era nata nel 1895, ma era di una modernità pazzesca. Non le ho mai sentito dire quello non puoi farlo perché sei “fimmina”. Era molto stimata, non sapeva nemmeno cosa fosse quel famoso passo indietro. Era vedova di guerra, ha cresciuto i figli da sola, senza nessun aiuto. È sopravvissuta a suo figlio, mio padre, che se n’è andato in un attimo, per un infarto. Ma mi ha sempre dato pace il fatto che sia morto da uomo felice. Non è mai stato frustrato, né ha mai provato invidia. È sempre stato soddisfatto anche di quello che non aveva».

Oltre al nome, cosa pensa di aver ereditato da lei?
«Era una che se ne fregava dell’abbigliamento, dell’eleganza, e io sono come lei. Mia madre, invece, ci tiene. A Roma spesso porto fuori il cane in pigiama, mi metto giusto il cappotto sopra. Non mi preoccupo mai di come possa apparire, e non so se è una qualità. Inoltre, non ho mai accettato e non accetterò mai una frase come “una donna questo non lo fa”».

Si è mai sentita discriminata?
«Direi di no, so difendermi. L’unica cosa che mi manca rispetto a un uomo è la forza fisica».

L’hanno mai chiamata picciridda?
«Sempre, e dentro quel picciridda c’è un mondo, che mi porto dietro. Non mi sentirò mai romana».

Ha mai pensato di tornare a vivere in Sicilia?
«Sto sistemando una casa a Giardini-Naxos, vicino Taormina, mi piacerebbe passare lì dei lunghi periodi».

Catena Fiorello: “In casa nostra non c’è mai stata tristezza. Mi sentirò sempre scrittrice”

La sua biografia recita scrittrice, autrice televisiva e conduttrice televisiva.
«Io mi sentirò sempre scrittrice. È la mia più grande passione. La prima persona che legge i miei libri è mia madre, la considero la critica più severa, non fa sconti a nessuno. Quelli che, invece, ti compiacciono a priori non mi sono mai piaciuti».

[…] Lei, invece, è cresciuta in una famiglia «paritaria»: due fratelli e due sorelle.
«Per imparare a stare al mondo è fondamentale avere più fratelli. Con mia sorella, quando eravamo piccole, litigavamo tantissimo, soprattutto per le attenzioni di nostro padre. Dopo l’adolescenza invece è cambiato tutto. Oggi abbiamo un legame molto profondo. Siamo totalmente diverse ma ci apparteniamo. Lei è il mio opposto: è schiva, riservata. Giuseppe le somiglia. Loro ponderano sempre, sono riflessivi. Io, invece, al proteggermi prima preferisco rimanere delusa».

[…] Come si spiega che in famiglia tre figli su quattro siete artisti, nonostante i suoi genitori facessero tutt’altro?
«Ufficialmente mio padre non era un artista ma in pratica lo era. Ha sempre cantato e imitava chiunque. E lo era anche nonna Catena. In casa nostra non c’è mai stata tristezza. Quando lei si arrabbiava, magari con sua sorella, lanciava i piatti, abbiamo interi servizi decimati. Dopo dieci minuti le passava. Questo per dirle che in famiglia siamo sempre stati tutti teatrali, ben prima della tv».

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