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Financial Times: ‘L’ombra di Zaia sulla Lega. Salvini giù soprattutto per due motivi”

Financial Times l’ombra di Zaia aleggia su leadership Lega

Financial Times: ‘L’ombra di Zaia sulla Lega. Salvini giù soprattutto per due motivi”. La pandemia fa abbassare l’indice di gradimento per Salvini, mentre sta alzando quello del suo compagno di partito, Luca Zaia. Questo perché le scelte del “capitano” durante questo periodo di pandemia hanno raccolto pochi consensi, al punto che i sondaggi registrano una costante discesa nelle percentuali.

Dall’altra parte Luca Zaia, rispetto ai colleghi di Lombardia e Piemonte, è riuscito a contenere il numero di vittime e di contagi. Un dettaglio di grande valore non solo dal punto di vista della salute ma anche da quello politico. Si, perché in un recente sondaggio effettuato da ‘Il Sole 24 ore’, Zaia ha ottenuto il 36% di consensi rispetto a Salvuni che ne ha ottenuto il 19.

Financial Times: ‘Zaia scalza Salvini al comando della Lega”

Questi, secondo quanto riferisce il ‘Financial Times’, tra i motivi che fanno pensare ad un futuro avvicendamento sulla poltrona di leader della Lega. Secondo il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito, il governatore del Veneto ha saputo conquistare i favori del pubblico soprattutto per la sua politica di controllo dall’epidemia nel suo territorio.

Lo stesso quotidiano britannico sottolinea però un dettaglio di non poco conto a proposito di Salvini. L’attuale leader leghista ha infatti trasformato quella che era la Lega Nord, un partito con idee secessioniste per il settentrione, in un partito nazionalista che riceve voti anche dal Sud Italia. Mentre Luca Zaia non si è mai mosso dalla prima idea.

Non sappiamo se e quando averrà questo presunto passaggio di consegne, sappiamo che Zaia nel breve periodo ha nel mirino un nuovo mandato come Presidente della sua Regione. Per Salvini, però, secondo il Financial Times, l’avventura sembra essere arrivata al capolinea perché la sua “credibilità non si è mai ripresa dalla sua campagna ‘No euro’, fino alle peripezie che lo hanno visto, tra l’altro, suonare al citofono di una famiglia nordafricana per accusare il figlio di essere un pusher”.

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