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Spettacolo

Paola Lezzi: “Pace con Chiara? Bisogna perdonare. Il Lockdown ha messo in luce le falle del nostro sistema”

Paola Lezzi sulla pace con Chiara e non solo, l’intervista a Vanity Fair

Paola Lezzi: “Pace con Chiara? Bisogna perdonare. Il Lockdown ha messo in luce le falle del nostro sistema”. La cantante dell’ex duo Paola e Chiara si racconta in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista Vanity Fair. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Al centro di Mon Amour, canzone dalle sonorità esotiche declinata a ritmo dance, c’è sempre la malinconia dettata dal momento, la nostalgia per un mondo nel quale le relazioni amorose erano vere e non avevano bisogno dell’intermediazione di un telefono:
«Oggi le relazioni si vivono attraverso i messaggini, le emoticon, le strategie telematiche. Siamo entrati in un flusso digitale, incagliati in sentimenti espressi solo con le faccine e i simboli, e questo genera malinconia» […] «si è solidificata la distanza siderale tra gli esseri umani».

L’iperconnessione ha, per contrappasso, aumentato le distanze anziché annullarle.
«La tecnologia sta trasformando le nostre abitudini sociali, ma abbiamo ancora i bisogni e l’istinto del primo uomo, un lato che ogni tanto riemerge, soffre e chiede attenzione. È una dicotomia: da una parte c’è il flusso digitale e la condivisione degli spazi privati e dei sentimenti, e dall’altra c’è il retaggio umano e culturale intrinseco dal quale non riusciamo a liberarci. In questo non siamo cambiati poi molto, anzi, ci siamo evoluti pochissimo.

La modernità ci ha sovrastato, anche se nella mia canzone non esprimo nessun giudizio negativo: trasmetto solo quell’alone di malinconia mista a disperazione, cercando di capire perché siamo così infelici e perché sembriamo accontentarci di un like alla foto quando poi nutriamo il desiderio di spegnere tutto e riappropriarci della nostra natura».

Paola Lezzi: “Pace con Chiara? Bisogna perdonare”

Lei sente mai il bisogno di staccare?
«Continuamente. Possiamo benissimo sopravvivere con molti meno messaggi, parole e oggetti di quanti non ci abbia consegnato l’era moderna, ossessionata dall’iper-produzione. Se c’è una cosa che il lockdown ha messo in luce sono state le falle del nostro sistema, i fardelli dai quali vogliamo liberarci. Viviamo in un mondo che, per definizione, non può fermarsi: se succede, siamo finiti. Siamo ossessionati dall’ansia di ricominciare in fretta anche in barba ai rischi che potremmo correre».

[…] Prima del Lockdown è stata ospite a ‘Che tempo che fa’ con sua sorella Chiara, che adesso ha intrapreso la carriera di attrice vivendo tra l’Italia e Los Angeles. Con certi ricordi dolorosi del passato si può fare pace?
«Non è facile, bisogna impegnarsi tantissimo da entrambe le parti, ma con gli anni ho capito che la cosa più importante nella vita è perdonare e perdonarsi.

Se non lo fai è come se il tuo tempo si fermasse, come se ti incagliassi in quel perdono non dato e non ti arrivasse più niente di positivo. Siamo fatti per crescere e andare avanti e autoinfliggersi del dolore che ha delle ripercussioni sulla mente e sul fisico è davvero inutile. Inchiodarsi alle proprie convinzioni non ti permette di proseguire».

Paola Lezzi: “Pace con Chiara? Bisogna perdonare”

I rapporti si erano appianati prima, conferma?
«Sì, da parte di entrambe c’era una grande voglia di riallacciare il rapporto, che non si è mai interrotto, abbiamo sempre sentito un fil rouge che ci teneva legate: abbiamo sempre continuato a tifare silenziosamente per l’altra, senza mai augurarci del male. Dovevamo superare l’allontanamento, che crea sempre una frattura: avevamo bisogno di un periodo che ci permettesse di guarire per poi riavvicinarsi. Io e Chiara siamo una famiglia, siamo sorelle, ed era inevitabile non distaccarsi mai del tutto.

Bisogna accettare che ogni tanto la vita ti allontana e che se una persona non è più felice di fare un certo mestiere è giusto che prenda la vita che vuole. L’importante, ripeto, è perdonare gli errori dell’altro e quelli che hai fatto tu. Rendersi conto che c’è qualcosa di più importante delle scaramucce e delle litigate, qualcosa che non è rapportabile a quello che vuoi preservare, è la chiave di tutto: abbiamo fatto una cosa stupenda insieme, adesso ognuno fa la propria. Io tifo per te e tu tifi per me. Possiamo essere insieme, ma in un altro modo, con altri presupposti».

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