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Spettacolo

Nino Formicola: “Gaspare è morto il 24 ottobre del 2013. Zuzzurro? Lo sento vicino, ha fatto bene due cose importanti”

Nino Formicola su Gaspare e Zuzzurro l’intervista a ‘Il Corriere della Sera’

Nino Formicola: “Gaspare è morto il 24 ottobre del 2013. Zuzzurro? Lo sento vicino, ha fatto bene due cose importanti”. L’attore comico racconta la carriera prima e dopo la formazione del famoso duo insieme al cognato, morto nel 2013, in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Non vuole più essere chiamato Gaspare.
«Lui è morto il 24 ottobre del 2013, assieme ad Andrea Brambilla e Zuzzurro».

Però parla volentieri dell’amico e sodale con cui ha condiviso quasi quarant’anni di percorso artistico […]
«Era appena un alberino di Natale vicino alla cassa del Bar Metro di Milano, il nostro “ufficio” con la più bella raccolta di whisky della città. Lo piantammo insieme qui dopo le feste, nessuno scommise sulla sua sopravvivenza e invece eccolo».

[…] Lei e Andrea siete stati anche cognati. Chi sposò chi?
«Lui aveva sposato mia sorella Francesca. Noi due ci eravamo conosciuti nel ‘75 al Refettorio di Milano, ai tempi era frequentato da Maurizio Micheli, i Giancattivi, Leopoldo Mastelloni. Io facevo uno spettacolo su un colpo di stato fatto dai barattoli dei pomodori pelati: la storia gli piacque e cominciammo a lavorare insieme soltanto come autori. Mia sorella la conobbe poco dopo: sono stati insieme fino all’88-89».

E com’era lavorare con il proprio cognato?
«Un casino, non ne potevo più. Quando si arrabbiavano mi mettevano al centro: “Quell’imbecille del tuo socio…”, “la scema di tua sorella…”. Per non parlare di certe serate nelle discoteche, erano la versione 2.0 dell’avanspettacolo. Per dire le gerarchie: a capodanno la Cuccarini si esibiva dalle 22 alle 24, Gigi e Andrea dall’una alle tre e Zuzzurro e Gaspare alle 5.30. Una volta, quando toccò a noi, uno del pubblico gridò: “Gaspare! Ma è vero che Zuzzurro si t…a tua sorella? Cose così…».

Nino Formicola: “Gaspare è morto il 24 ottobre del 2013”

Vi frequentavate anche fuori dal palco?
«No, ed è il motivo per cui siamo durati tanto. Eravamo diversissimi. Lui juventino, io milanista. Zuzzurro sposato, io scapolo. Lui acqua con le bolle, io liscia. Non avevamo in comune nulla, tranne tre cose: i gialli, i whisky e il lavoro. Uno cominciava una frase e l’altro la finiva. Non abbiamo mai litigato».

Avreste preferito fare più televisione che teatro? Con «Drive In» era arrivata la vostra consacrazione…
«No, anzi! A noi la tv serviva per permetterci di fare il teatro. Anche lì all’inizio non fu facile, il pubblico si aspettava sempre Zuzzurro e Gaspare e noi uscivamo prima che lo spettacolo cominciasse per spiegare che avremmo fatto altro».

Non ha mai pensato di sostituirlo, dopo la scomparsa?
«Sapesse quanti me lo hanno chiesto! Non avrei potuto mai. Non firmo nemmeno più autografi come Gaspare. Quest’anno, prima del lockdown, mi hanno chiesto di tornare in scena con “La cena dei cretini”, che avevo già fatto con Andrea prima nel 2000 e poi nel 2010. Con qualche titubanza ho accettato, a Max Pisu hanno affidato il ruolo che era suo. È stato bravissimo».

Ogni tanto sente la vedova di Andrea o i figli?
«Pamela sì, i ragazzi no, aspetto di incontrarli più avanti…».

Quel giorno cosa gli dirà?
«Che Andrea ha fatto bene due cose: il comico e il padre».

Ha mai avuto la sensazione di averlo vicino?
«Ogni volta che salgo su un palco il pensiero corre a lui, sempre. Quando il padre di mia moglie, Alessandra Raya, è stato ricoverato all’hospice dell’Istituto dei Tumori, lo hanno messo nella stessa stanza di Andrea. Non ci potevo credere…».

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