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Giovanni Falcone al Maurizio Costanzo Show: 25 anni fa il commando della mafia tra il pubblico per studiare le sue mosse

Un intero plotone d’esecuzione studiava le mosse di Giovanni Falcone al Maurizio Costanzo Show

Una squadra di killer della mafia seduti in platea al Maurizio Costanzo Show. Per studiare dal vivo, a pochi metri di distanza, Giovanni Falcone. A confidarlo, nelle ormai celebri intercettazioni in cella con un altro detenuto risalenti al 2016, è il boss di Costa Nostra Giusepppe Graviano.

L’edizione odierna de “Il Fatto Quotidiano” riporta le dichiarazioni di Graviano che afferma: “Quando c’era Falcone al Costanzo c’erano otto persone… otto persone sedute tra il pubblico. Eravamo io, palermitani, due di Brancaccio, amici, due di… che poi se ne sono andati che avevano un matrimonio, e altri due che si sono fatti entrambi pentiti, uno di Castelvetrano e uno di Mazara del Vallo’’.

Otto killer di Cosa Nostra in platea al Teatro Parioli di Roma per uccidere Giovanni Falcone, otto killer a sorvegliare le mosse del direttore degli affari penali che il capo dei capi voleva morto alla fine del febbraio del ’92. Nessuno sapeva allora che Totò Riina decise di far ammazzare il giudice.

Era tutto pronto: secondo il pentito Sinacori il boss Matteo Messina Denaro aveva caricato una macchina “con mitra, kalashnikov e alcuni revolver. Aveva pure due 357 cromate nuove. Procurò anche dell’esplosivo nella zona di Menfi-Sciacca”. Partirono tutti per Roma, trovarono un appartamento ai Parioli, dovevano intercettare Falcone e per farlo non esitarono ad entrare a teatro.

“Era il 1992 e venne Falcone, questo lo ricordo. E ricordo anche che parlammo di mafia. Allora poteva entrare chiunque, non si pagava il biglietto, solo dopo l’attentato contro di me (14 maggio 1993, nessun morto ma 24 feriti, illesi Costanzo e Maria De Filippi, ndr ) furono attivati i controlli”. – ricorda Maurizio Costanzo.

Misteriosamente il commando non entrò in azione quella sera e il 4 marzo Riina ordinò ai suoi uomini di tornare in Sicilia. Otto giorni dopo avvenne l’omicidio di Salvo Lima che diede il via alla guerra della mafia contro lo Stato culminata tra maggio e luglio con la morte di Falcone e Borsellino.

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