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Svimez – Nel 2016 il Sud cresciuto più del Nord, ma i livelli pre-crisi sono lontani. I dati

Nel 2016 il Sud cresciuto più del Nord ma è crescita lenta

Nel 2016 il Pil del Mezzogiorno “è cresciuto dell’1%, più che nel Centro Nord, dove è stato pari a +0,8%”. È quanto emerge dal rapporto Svimez sulle Regioni. Ma quest’anno, al Sud, il Pil dovrebbe aumentare dell’1,1% mentre nel Centro-Nord 1.4%. Se il dossier il Sud proseguirà con gli attuali ritmi di crescita e  “recupererà i livelli pre-crisi nel 2028, 10 anni dopo il Centro Nord”. Paventando così un ventennio di “crescita zero”, che farebbe seguito “alla stagnazione dei primi anni Duemila, con conseguenze nefaste sul piano economico, sociale e demografico”.

Ma le emergenze sociali restano allarmanti: “Se l’andamento del biennio di ripresa 2015-2016 suggerisce che la crisi non abbia minato la capacità delle regioni meridionali di rimanere agganciate allo sviluppo del resto del Paese e dell’Europa, tuttavia, il ritmo della congiuntura appare del tutto insufficiente ad affrontare le emergenze sociali nell’area, che restano allarmanti”, spiega il rapporto.

Nelle regioni meridionali il rischio di povertà è triplo rispetto al resto del Paese: Sicilia (39,9%), Campania (39,1%), Calabria (33,5%). La povertà deprime la ripresa dei consumi, e, in questo contesto, conclude la Svimez, le “politiche di austerità hanno determinato il deterioramento delle capacità del welfare pubblico a controbilanciare le crescenti diseguaglianze indotte dal mercato, in presenza di un welfare privato del tutto insufficiente al Sud”.

Nel quindicennio 2001-2016 il Pil del Sud è sceso del -7,2%, a fronte di una crescita del 23,2% dell’Ue a 28. Nel 2016 il prodotto dell’Italia è cresciuto dello 0,9%, dopo essere aumentato dello +0,1% nel 2014 e del +0,8% nel 2015. Il recupero, però, è molto più lento se confrontato con l’area dell’euro, dove la crescita è stata doppia (1,8%), e con l’intera Unione europea, dove è stato ancora maggiore (+1,9%). Si è quindi continuata ad allargare la forbice di sviluppo con l’Europa: dall’inizio della crisi nel 2008, il divario cumulato con l’area dell’euro e’ aumentato di oltre 10 punti percentuali, con l’Unione europea di oltre 12 punti.

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