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De Laurentiis tra cinema e Politica: “Presto una serie Tv. Salvini gran paraculo. Grillo? Ho un sogno! Su Renzi…”

Il produttore cinematografico e presidente del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera, ecco alcuni passaggi:

Aurelio De Laurentiis, qual è il primo film che ha visto?
«Un film sui Mau Mau con Victor Mature. Ma i primi che mi hanno segnato, all’età di 4 anni, furono Il corsaro Dell’isola verde con Burt Lancaster, girato dal regista americano Robert Siodmak a Ischia, e I tre moschettieri con Gene Kelly».

Sua madre era romana
«Papà Luigi aveva tre lauree, parlava il russo ed il bulgaro, e all’ambasciata italiana a Sofia conobbe mamma. Era diventato, negli Anni 30 in Bulgaria, un editore di successo e tutti i guadagni li investiva in carta, per stampare sempre di più. All’arrivo Dell’Armata Rossa i Depositi di carta saltarono in aria. Durante la guerra mia madre si rifugiò nel palazzo di famiglia a Grisciano, una frazione di Accumoli, che ora è crollato con il terremoto. Ci andavo anch’io, da bambino: ricordo sulla Salaria la grande scritta DUX che era rimasta sulla montagna. Papà passò la linea gotica e portò mamma a Venezia, dove in una pensione al Lido nacque mia sorella Marina, in cucina: la stanza più calda».

Luigi era fratello di Dino De Laurentiis, il grande produttore.
«Nel 1941, ignorando le proibizioni della contraerea, zio Dino illuminò a giorno il lago di Como, per girare Piccolo mondo antico, di Mario Soldati».

Si racconta di una spedizione in Sicilia per comprare viveri da rivendere alla borsa nera…
«Dino e Soldati partirono da Napoli su un peschereccio, c’erano anche Steno e Leo Longanesi. Prima erano stati a Capri: raccoglievano le bottiglie di gazzosa gettate dai militari americani, le riempivano in mare e le rivenDevano per un dollaro con la scritta “acqua Della Grotta Azzurra”. Poi sbarcarono a Palermo e fecero incetta di Derrate: metà le riportarono a Napoli a coloro che le avevano ordinate, l’altra metà la rivenDettero al mercato. Nel ’49, con la Lux film di Gualino, lo zio, con mio padre, produsse Riso amaro ».

Silvana Mangano, Sophia Loren, Anna Magnani. Come mai non abbiamo più dive?
«Non sono d’accordo. La Cortellesi è una diva. La Buy e la Ferilli anche: hanno fatto tutti i film italiani più importanti».

Quali serie sta preparando?
«Vita da Carlo, con Carlo Verdone, scritta da Nicola Guaglianone e Menotti, quelli di Jeeg Robot. Mio figlio ed io abbiamo comprato il più importante sex blog inglese, Girl on the net. Anche Manuale d’amore diventerà una serie tv».

Distribuita da chi? Sky, Netflix?
«Vedremo. Magari Amazon».

Però il cinema italiano sa ancora produrre successi.
«Certo, ci sono le eccezioni. Virzì è bravissimo».

Benigni?
«Straordinaria eleganza poetica; ma al cinema manca da molto tempo. Ripetersi dopo La vita è bella è dura. Anche se credo che ora ci proverà».

Sorrentino?
«Un letterato del cinema».

Checco Zalone?
«Bravissimo. Ha capito l’Italia di oggi. Ma guardi che l’avevamo fatto anche noi, a partire dalle prime Vacanze di Natale , 35 anni fa».

I famigerati cinepattoni.
«Che facevano satira sull’edonismo craxiano e su quello berlusconiano, senza che lo spettatore se ne accorgesse».

Cosa pensa di Berlusconi?
«Lo conobbi a Venezia, era il 1978. Portava i capelli lunghi e gli stivaletti coi tacchi, in mezzo a intellettuali che avevano mangiato un manico di scopa. Mi fu subito simpatico».

L’ha votato?
«Una sera, andando a Parigi, passai da casa sua ad Arcore. Disse: “Mi vogliono levare tutto; scendo in politica”. Risposi che era matto, che avrebbe fatto meglio a vendere e trasferirsi in America, comprare magari la Mgm. Qualche mese dopo andai con Enrico Vanzina a vedere la presentazione di Forza Italia alla Fiera di Roma: un genio. Ma neppure lui è riuscito a cambiare l’Italia».

Renzi?
«Ha suscitato speranze».

Grillo?
«Girare un film con lui è il mio sogno».

Salvini?
«Gran paraculo: sta cercando di far saltare lo schema Nord-Sud, Destra-sinistra. Ma per salvare il Paese ci vorrebbe un triumvirato: Draghi-Tajani-Enrico Letta».

Dicono che lei voglia fare politica…
«Mai. Tengo troppo alla mia autonomia».

…Alla guida di una Lega Sud.
«Le ho detto no. Anche se il sottosviluppo Del Sud è una vergogna per il Nord. Bisognerebbe fare subito il Ponte sullo Stretto, per andare da Roma a Palermo in poche ore».

Lei è forse l’unico produttore al mondo ad aver avuto una sola moglie.
«Perché sono molto innamorato di lei. Da 43 anni. Anche se noi uomini non capiremo mai una donna sino in fondo».

Lei però ha fama di uomo rude.
«In realtà sono un romantico. Una volta un regista chiese a mio padre: “Ma perché Aurelio è sempre incazzato, sgradevole, duro?”. Lui rispose: “Vedi, tu non hai capito che, quando Aurelio manda qualcuno a fare in culo, si realizza”» .

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