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Vitalizi, scatta da oggi il diritto alla pensione per 608 parlamentari

Oggi si entra nel “vitalizio day”, pensione aggiuntiva per i parlamentari neoeletti

Dopo mesi e mesi di polemiche arriva il giorno “X” dei vitalizi: dal 15 settembre 608 parlamentari avranno diritto ad una pensione di circa 1000 euro e che potranno incassare, se non saranno rieletti, a 65 anni. Non si tratta, quindi, di vitalizi ma di una pensione aggiuntiva sulla quale il M5S ha innescato sin dalla sua entrata in Parlamento una lunga battaglia. E, mentre al Senato il ddl Richetti sull’abolizione dei vitalizi (per gli ex parlamentari) rischia di languire tra mille difficoltà, i pentastellati tornano all’attacco: “Ce l’avete fatta. Complimenti. Avete maturato il diritto a occupare la vostra nuvoletta nel paradiso della casta”, tuona il blog di Beppe Grillo.
La pensione aggiuntiva viene calcolata con il sistema contributivo, scatta dopo 4 anni e sei mesi di legislatura e riguarda tutti i deputati e senatori neoeletti nell’attuale legislatura.

Alla pensione, invece, il M5S promette di rinunciare “con un impegno scritto”. Anche perché, alla vigilia della campagna elettorale, i pentastellati non hanno per nulla intenzione di arretrare in una delle loro battaglie madri. “Ci stiamo per abbattere su di voi come un asteroide e siete destinati a fare proprio la fine dei dinosauri”, è l’attacco del blog di Grillo.
Ma rinunciare è più facile a dirsi che a farsi. Dopo dieci giorni di lavoro, gli uffici legislativi del M5S avrebbero trovato il modo. Chiederanno alla presidenza di Camera e Senato di intervenire sul regolamento per permettere agli eletti grillini due cose. Primo: «Di prendere la pensione come un qualsiasi altro italiano per cui vale la legge Fornero». Tradotto: se si va in pensione a 67 anni (e in futuro continuerà a essere così), per i 5 Stelle varrà lo stesso e non, come da legge sulle pensioni dei neo-eletti, a 65 anni se hai fatto una legislatura o a 60 se ne hai fatte due (precisamente, per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino a un minimo di 60 anni). Secondo: «Chiederemo di dirottare i nostri contributi alle casse di appartenenza di ogni singolo parlamentare o all’Inps per chi non aveva aperta una posizione previdenziale prima di entrare in Parlamento». I 5 Stelle non vogliono rinunciare ai contributi e creare un buco per il calcolo della pensione. Ma vorrebbero che l’assegno di circa mille euro netti fosse trattato come il frutto di un lavoro qualsiasi.

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