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Migranti, il piano del Viminale: casa e lavoro, ma dovranno rispettare leggi e valori

I Migranti dovranno sottoscrivere una serie di impegni verso il Paese ospitante, in cambio di atrettanti i doveri da parte dello Stato

Dalla conoscenza dell’italiano al rispetto della Costituzione, dall’uguaglianza di genere alla condivisione dei valori fondamentali. Chi beneficia della protezione internazionale (sono ad oggi 74.853 in Italia) ha degli impegni verso il Paese ospitante. Cui corrispondono altrettanti doveri per lo Stato, che dovrà assicurare ai rifugiati uguaglianza e pari dignità, libertà di religione, accesso a istruzione e formazione, alloggio e sistema sanitario. E’ il primo Piano nazionale per l’integrazione presentato ieri al Viminale con l’obiettivo di “garantire una ordinata convivenza civile”.

Il Piano, come ha più volte sottolineato il ministro dell’Interno Marco Minniti, è un tassello fondamentale della strategia che punta ad un governo del fenomeno migratorio, «perché una società più integrata è anche una società più sicura». Infatti, viene puntualizzato nel documento, si punta a costituire «uno strumento di attaccamento e responsabilizzazione nei confronti del territorio e della comunità di residenza, che sia il principale anticorpo in grado di prevenire e neutralizzare fenomeni di radicalizzazione». E in questo processo, ha puntualizzato Minniti, ci sono in particolare due valori «non negoziabili»: la laicità dello Stato ed il rispetto della donna.

La platea a cui  rivolto il Piano non  è composta dai soli titolari di permesso di soggiorno per protezione internazionale. Ci sono infatti 196.285 persone nel sistema di accoglienza nazionale, la maggior parte richiedenti asilo e 18.486 minori stranieri non accompagnati.

Gli stranieri che beneficiano della protezione internazionale dovranno sottoscrivere una serie di impegni e in cambio, dopo il riconoscimento dello status di rifugiato, potranno accedere alle graduatorie per ottenere la casa e il lavoro. Per finanziare il Piano, l’Ue ha messo a disposizione 100 milioni di euro.
Secondo il Piano, “l’apprendimento della lingua italiana rappresenta un diritto ma anche un dovere”. E’ questo il motivo che ha portato a stabilire “un test iniziale che aiuti a definire il livello e la metodica d’insegnamento più adatta” al fine di rendere obbligatoria la partecipazione ai corsi di lingua. Mentre per i minori vige l’obbligo scolastico, per gli adulti è previsto “il riconoscimento dei titoli e delle qualifiche acquisiti nel Paese di origine”.
Per quanto riguarda le abitazioni, il Viminale ha previsto “percorsi di accompagnamento per i titolari di protezione in uscita dall’accoglienza, verificando anche la possibilità di includerli negli interventi di edilizia popolare e di sostegno alla locazione”.
Il ministero dell’Interno intende inoltre promuovere “il sostegno alla creazione d’impresa, all’autoimpiego e al concreto inserimento nel settore lavorativo” degli stranieri.

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