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Cronaca

Carugate, orrore all’oratorio: tentano di rapire tre bambini. Salvati dai genitori

Tentano di rapire tre bambini all’oratorio di Carugate

Un uomo di 38 anni e la sorella di 34 sono stati arrestati dai carabinieri di Vimercate (Monza) con l’accusa di tentato sequestro di minori di 7, 10 e 11 anni in un oratorio della Brianza, a Carugate. Secondo quanto riferisce ‘La Repubblica’ gli inquirenti devono ancora chiarire se si sia trattato di un eccesso di allarmismo o di un tentativo di sequestro. E anche il sindaco del Comune chiede che venga fatta chiarezza: “Sarebbe un fatto molto grave” dice Luca Maggioni parlando delle prime ricostruzioni.

I fatti: ieri pomeriggio intorno alle 16.30, durante l’intervallo del film Baby Boss, una donna – keniana si saprà poi – entra nel bar del cineteatro don Bosco. Si fa largo tra le persone in coda per il pop corn, strattona e prende per le braccia i tre ragazzini. A quel punto scoppia il parapiglia con alcuni genitori che lanciano l’allarme sequestro e chiamano i carabinieri. La donna se ne va, insieme con il fratello, ma i carabinieri, arrivati con diverse pattuglie, arrestano i due. L’accusa è tentato sequestro di minori. Il pm chiede la convalida dell’arresto in carcere, i due sono a San Vittore.

“Escludiamo – dice il procuratore capo di Monza, Luisa Zanetti – collegamenti con qualsivoglia tipo di organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani o simili. In attesa degli interrogatori di garanzia stanno proseguendo gli accertamenti e gli approfondimenti”.

Ridimensiona la vicenda il parroco dell’oratorio, don Claudio Silva. Secondo lui non si è trattato di un tentativo di rapimento: “La donna non era molto in sè – racconta – sembrava alterata. Ha preso i ragazzini per le braccia e li ha spintonati, mentre l’uomo che era con lei è intervenuto per farla smettere”. Le testimonianze che i genitori hanno reso ai carabinieri si parla di un tentativo di sequestro. Ora i due fratelli si trovano nel carcere di San Vittore, dove attendono di essere interrogati. Pare che la ricostruzione dell’accaduto sia resa complicata anche dal fatto che hanno difficoltà a esprimersi in modo chiaro in italiano.

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