Dalle testimonianze in comunità agli ultimi avvistamenti in una farmacia per comprare una siringa, la ricostruzione delle ultime ore di vita di Pamela Mastropietro
Le ultime ore di Pamela Mastropietro, come riportato dal Corriere della Sera, partono dalla comunità di recupero, di cui la ragazza era ospite.
A parlare è Josè Berdini, uno degli educatori, che la ricorda «piena di bellezza, energia e fragilità» ed a cui aveva confidato l’intenzione di voler tornare a studiare, «Sai Josè, quando esco di qui, voglio tornare a studiare, magari vado all’estero e m’iscrivo a un corso di criminologia…».
Domenica scorsa, il 28 gennaio, Josè l’aveva invitata ad andare insieme alla messa delle 10.30, lei all’inizio aveva accettato ma poi di colpo si era di nuovo incupita, decidendo di tornare sui suoi passi. Una domenica all’apparenza tranquilla: sveglia alle 7 come tutti i giorni, nella sua cameretta con bagno divisa con un’altra ragazza; poi il pranzo comune alle 13 in refettorio. Una domenica tranquilla. Senza mai dare segni d’insofferenza. «Ma evidentemente aveva premeditato la fuga», sospira Josè.
La giovane se ne va lunedì 29 gennaio, con il suo trolley. Non ha soldi, cellulare, documenti: all’ingresso in comunità, il “San Michele Arcangelo”, tutto va consegnato agli operatori. Ma la struttura non ha sbarre o cancelli e così Pamela riesce a fuggire. L’allarme scatta in pochi minuti e subito cominciano le ricerche. “Ma lei non c’era già più”, dice amaro Josè. Percorre quasi sicuramente a tutta velocità quei tre chilometri in aperta campagna che separano la comunità dalla provinciale, per raggiungere Macerata, forse in autostop.
Cosa abbia fatto durante la notte e dove l’abbia passata è ancora un mistero. I carabinieri, grazie alle testimonianze raccolte e alle immagini delle telecamere lungo la strada, la ritrovano in via Spalato intorno alle 11 del mattino dopo, martedì 30 gennaio.
E’ probabilmente un tassista peruviano l’ultima persona che la vede prima della morte. Al “Messaggero” dice di averla caricata sul suo taxi alla stazione di Macerata. “Mi ha detto di portarla ai giardini. Ha pagato 7 euro ed è scesa davanti alla rotonda. Non c’era nessuno ad aspettarla. Stava bene, era lucida e sorridente”. Il tassista ricorda di averla incontrata poco dopo, sempre martedì mattina, “in via Spalato, quasi davanti alla palazzina dove è stata uccisa”. L’ha vista entrare in farmacia e poi incontrarsi con il nigeriano. Anche il farmacista ricorda quella ragazza con i capelli lunghi, martedì mattina alle 11. Ha comprato una siringa da 20 centesimi da 5 ml. Quella, dice, che “viene usata di solito per droghe, crack e altre sostanze, per farsi d’eroina, invece, basta una siringa da uno, quella per l’insulina». “.
Nella foto la Madre di Pamela
“All’uscita del negozio -, ricorda invece il tassista -, ho visto Pamela e il nigeriano andare via insieme. Lui camminava davanti. Poi sono entrati nel vialetto verso l’abitazione di via Spalato”. Il tassista ricorda che “camminavano separati”, sono entrati nella palazzina immersa nel verde, dove Pamela è sparita dietro allo spacciatore. Il giorno dopo, il peruviano legge sui giornali della scomparsa di Pamela, vede la foto di lei e va subito dai carabinieri a raccontare tutto.
Gli uomini del comando provinciale dei carabinieri di Macerata, diretto dal colonnello Michele Roberti, sono convinti che la morte della ragazza sia avvenuta tra le 13 e le 16 di martedì pomeriggio.
Ecco la ricostruzione delle ultime ore di vita di Pamela, dal video di CorriereTv, ricostruite dalla trasmissione Chi l’ha Visto di Rai 3
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