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Cioccolato, uno studio classifica gli effetti del cacao su cervello e sullo stato d’animo

Ecco cosa prevede la ‘piramide dell’umore’ di cacao e cioccolato e come questi golosi alimenti possono farci bene

Un recente studio pubblicato sulla rivista Planta Medica e riportato da Repubblica, classifica i vari effetti che il cioccolato può avere su cervello e umore.

Il cacao e il cioccolato sono da sempre considerati alimenti salutari ed anche in grado di migliorare l’umore. Nonostante i molti studi clinici su cioccolato, cacao e i suoi componenti, i meccanismi di azione sull’umore e le funzioni cognitive rimangono poco chiari. In particolare, ancora non si sa molto su quali siano i componenti del cacao che possono contribuire alle attività psicofarmacologiche: si va dai principali flavonoidi del cacao, alle metilxantine, alle ammine minori, alle ammidi e agli alcaloidi. Nel tentativo di classificare meglio i vari effetti che il cacao può avere, i ricercatori del Dipartimento di Scienze farmacologiche dell’Università di Antwerp in Belgio hanno effettuato una revisione degli studi più recenti ipotizzando che i vari effetti possono essere organizzati sotto forma di piramide: “In pratica – spiega Michele Ferrara, presidente del Consiglio di Area Didattica di Psicologia e responsabile del Laboratorio di Psicofisiologia del Sonno e Neuroscienze Cognitive presso l’Università degli Studi dell’Aquila – è un modo per schematizzare gli effetti psicofarmacologici del cacao e in particolare delle varie componenti che troviamo nel cioccolato”.

La piramide parte dagli effetti generali dei flavanoli del cacao la cui capacità di migliorare le prestazioni cognitive, nonché di ridurre la pressione arteriosa e altri fattori di rischio cardiovascolare, è stata largamente documentata dalla letteratura scientifica.

Salendo di un gradino troviamo gli effetti più specifici delle metilxantine e altri alcaloidi. “Il ruolo più importante è giocato da teobromina e caffeina. Nella cioccolata prevale nettamente la teobromina sulla caffeina. Anche queste sostanze hanno effetti sulla cognizione e sulla vigilanza, anche se gli effetti specifici della teobromina non sono ancora del tutto chiari”, chiarisce Ferrara.

Al terzo gradino troviamo alcune sostanze, più specifiche del cacao, come le tetraidroisochinoline, e in particolare salsolinolo e salsolina. “Il salsolinolo – prosegue l’esperto –  ha effetti dopaminergici diretti e indiretti, dunque potrebbe essere responsabile sia degli effetti ‘antidepressivi’ del cioccolato, sia del cosiddetto craving, il desiderio compulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto o comportamento gratificante”.

Infine, il quarto livello della piramide prende in considerazione le proprietà oro-sensoriali del cioccolato. “E’ la ciliegina sulla torta – commenta Ferrara. La caratteristica che rende il cioccolato uno dei cibi più piacevoli al palato grazie alla combinazione assolutamente unica di dolcezza, sapore e tessitura, contribuendo agli effetti sull’umore”.

Insomma, oltre a soddisfare il palato, il cioccolato può avere degli effetti positivi e andrebbe mangiato – nelle giuste quantità – non soltanto dai bambini: “Gli effetti protettivi dei flavanoli nei confronti di alcune malattie croniche e in particolare dei disturbi cardiovascolari e neurodegenerativi – dichiara Ferrara – ne fanno sicuramente una componente fondamentale nella dieta di adulti e anziani”. “Inoltre – aggiunge l’esperto –  è bene ricordare che la quantità di sostanze psicoattive è direttamente collegata alla quantità di cacao presente nel cioccolato. Questo vuol dire che solo nel cioccolato fondente (dal 70% in su di cacao) si trovano le giuste quantità di flavanoli”.

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