In vigore da oggi GDPR sulla privacy online
Da oggi entrerà in vigore il nuovo regolamento Ue sulla privacy online. La novità, in questi giorni, ha già portato app e servizi online a contattare via mail i propri utenti per comunicare l’entrata in vigore del regolamento, con la possibilità per i clienti di recedere l’utilizzo dei dati.
Il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (2016/679 del 27 aprile 2016), è un’iniziativa della Commissione europea per proteggere la privacy dei cittadini e dei residenti comunitari. Ci tutela, quindi, sia quando siamo in Italia o stiamo viaggiando nel resto del continente, sia quando siamo fuori dall’Europa.
Questi i punti salienti come riportati da Il Corriere: nessuno potrà trattare in alcun modo i nostri dati personali senza prima aver ottenuto il nostro consenso. Chiunque dovrà spiegarci in modo chiaro cosa vuole farne e per quanto tempo intende conservarne un copia. Sia un social network, un sito tramite il quale prenotare un visita medica, un portale di commercio elettronico o un negozio munito di tessere fedeltà. Ecco perché tutti ci stanno tempestando di e-mail o messaggi interni a portali e applicazioni.
Accesso e diritto all’oblio. Dovremo essere messi in condizione di usare un servizio anche se non concediamo il trattamento delle nostre informazioni personali. E ancora, tutto quello che i vari Facebook, Whatsapp, Twitter, Snapchat o Apple sanno di noi dovrà essere facilmente accessibile, scaricabile, modificabile, cancellabile o trasferibile a un altro servizio analogo.
I dati «delicati» e l’età. L’accesso ai dati più delicati, che riguardano religione, sessualità o politica, è vietato. Richiede, nel caso, un consenso esplicito per assolvere diritti od obblighi specifici. C’è poi il discorso dell’età minima per esporre i propri dati senza il consenso dei genitori e, di fatto, per navigare liberamente in Rete. Per i Regolamento sono i 16 anni, anche se i singoli Paesi potranno muoversi autonomamente nella forchetta 13-16.
Furto o fuga di dati. Mai più un nuovo Cambridge Analytica. Adesso le piattaforme coinvolte dovranno avvisare tempestivamente, «ove possibile, entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza», l’autorità di controllo e i diretti interessati, a meno che la violazione non presenti alcun rischio.
Come far valere i nostri diritti. Rivolgendosi direttamente a chi tratta i dati e dovranno risponderci, per non incorrere in multe che solo nei casi più gravi potranno arrivare al 4 per cento del fatturato annuale.
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