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G7 ad alta tensione, Conte arriva in Canada. La Merkel: “Con l’Italia dobbiamo parlare direttamente”

Primo banco di prova internazionale per il premier Conte che arriva al G7 in Canada

Si apre oggi a La Malbaie, nel Quebec, il vertice del G7. Secondo dell’era Trump, e prima prova internazionale per il premier italiano Giuseppe Conte, ancora una volta appare destinato ad essere dominato dalle tensioni tra il presidente Usa e gli altri ‘grandi della terra’. E se a Taormina era stato soprattutto sul clima che si era consumata la frattura, con un comunicato finale che parlava chiaramente di un consenso a sei senza gli Stati Uniti, questa volta a tenere banco sarà la guerra commerciale che Trump ha innescato con suoi storici vicini ed alleati, come appunto il Canada padrone di casa e gli europei, con la sua politica protezionista dei dazi.

Angela Merkel, da parte sua, non ha nascosto che teme che le tensioni esistenti tra Europa e Stati Uniti su una serie di temi potrebbero addirittura impedire di arrivare alla tradizionale dichiarazione finale. “Ci si lavorerà”, ha affermato, ricordando le divergenze con Washington in materia di imposizione di dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio, politica ambientale e sulla decisione americana di uscire unilateralmente dall’accordo sul nucleare iraniano.

Per il premier Giuseppe Conte, non sarà un esordio internazionale semplice ed avrà gli occhi puntati su di lui per l’etichetta di essere premier di un governo euro-scettico, “populista” e aperturista verso la Russia di Vladimir Putin. E da Roma Matteo Salvini detta la linea e smarca l’Italia dall’Ue sulla contrarietà totale ai dazi imposti da Donald Trump: “Le politiche commerciali – afferma il vicepremier – vanno ristudiate. L’Italia è una potenza che esporta e quindi va protetto il Made in Italy e credo che le politiche di Trump siano soprattutto per arginare la prepotenza tedesca. L’Italia non deve subire né l’una né l’altra manovra”. Sulle barriere commerciali l’Italia è ufficialmente schierata con l’Ue e Conte per ovvi motivi di tempo è partito dall’Italia con il dossier preparato dai diplomatici del governo Gentiloni. Ma Salvini, entrando al primo consiglio dei ministri (da lui presieduto), conferma la sua tesi, espressa mesi fa, di essere pronto a seguire la via di Trump per “mettere i dazi” anche in Italia. Già prima dell’uscita del leader leghista, Merkel ieri avanzava timori: “Non credo che ci sarà un problema drammatico al G7 nella posizione europea (sui dazi, ndr), anche se per la prima volta c’è Conte”. Ma la cancelliera cerca oggi di stabilire un metodo di lavoro che sa di apertura di credito: fra Germania e Italia, è l’invito, “dovremmo parlare gli uni con gli altri, invece di parlare gli uni degli altri, e non iniziare la comunicazione in modo indiretto con insinuazioni e congetture”.

Il neopresidente del consiglio, che avrà bilaterali con Angela Merkel e Donald Trump, Emmanuel Macron, Angela May e Justin Trudeau, non si mostra affatto intimorito, determinato a farsi subito “portavoce degli interessi dei cittadini italiani” e convinto che “la prima posizione dell’Italia sarà farsi conoscere, la seconda farsi rispettare”. Ma le aspettative sono altissime. Certo sull’euro, come detto dal professore nel discorso di insediamento, darà garanzie che il governo non ha l’obiettivo di uscire dall’Euro così come garantirà la “convinta appartenenza” alla Nato e l’alleanza “privilegiata” con gli Stati Uniti. Ma oggi anche il vicepremier Luigi Di Maio spiega come l’appartenenza all’Alleanza Atlantica non elimini il dialogo con la Russia con la proposta di “revisione del sistema delle sanzioni”.

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