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Il popolo del Pd si riunisce a Roma. Tria e Conte difendono la manovra

Manovra e opposizione, l’approfondimento:

Il Pd, che molti dipingono come un partito consunto e agonizzante, ha voluto lanciare un segnale di vita con la manifestazione di domenica a Roma, a Piazza del Popolo, dove si sono riuniti tutti i militanti e simpatizzanti dell’ex forza di governo al grido: “Unità, unità…”. Il Pd vuole dimostrare soprattutto di essere capace di fare una ferrea opposizione e di superare le lotte interne, quelle che ne hanno lacerato il tessuto negli ultimi anni. Nella Capitale, c’era anche l’ex segretario, Matteo Renzi, che in più occasioni ha denunciato di essere stato vittima di un fuoco amico, c’era Paolo Gentiloni, che ha guidato l’ultimo esecutivo prima del 4 marzo, c’era Nicola Zingaretti, al momento l’unico candidato alla segreteria del Nazareno.

C’è attesa proprio in vista delle fase congressuale che porterà alle primarie in cui verrà eletto il nuovo segretario, quello che avrà il compito di rilanciare un partito che, effettivamente, è reduce da diverse bastonate elettorali. L’attuale segretario, Maurizio Martina, ha preso la parola dal palco parlando di risveglio democratico, della voglia di fare politica dalle piazze e non dai balconi, facendo riferimento all’esultanza degli esponenti dei Cinquestelle dopo il Cdm che ha portato alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.

La manifestazione romana, oltre a cercare di ricompattare il Pd, è stata indetta anche per protestare contro la manovra di bilancio che si appresta a varare il governo giallo-verde. Un provvedimento che non va a genio al mondo piddino e tutti i big del partito l’hanno più volte sottolineato attraverso post in rete e interviste. Il Pd, dunque, si è riunito in piazza nel nome di una ambizione, quella di ricreare un clima di serenità partendo dal fare una opposizione credibile alla maggioranza bicolore.

A difendere la tanto contestata manovra finanziaria, ci ha pensato proprio chi era entrato nell’occhio del ciclone dopo l’annuncio del deficit al 2,4%: quel Giovanni Tria, ministro dell’Economia, che in una intervista a Il Sole 24 Ore, ha dissipato tutte le voci ventilate su sue presunte dimissioni esprimendo fiducia circa gli effetti della manovra sulla crescita del Pil e sulla riduzione del debito. Il governo si mostra compatto su una legge delicatissima perché da essa dipende il futuro economico del Paese e la tenuta dei conti dello Stato. Il premier, Giuseppe Conte si dice sicuro che quando saranno pubblicati tutti i contenuti della manovra, non ci sarà alcun caos tra i mercati e nessuna impennata dello spread rispondendo allo scenario che le forze di opposizione paventano. Inoltre, l’inquilino di Palazzo Chigi ha ribadito ancora una volta la volontà di non andare allo scontro con l’Europa. Se nei mesi scorsi ha tenuto banco il tema dell’immigrazione, ora il baricentro dell’attenzione sulle mosse dell’esecutivo si è spostato sulla questione economica.

Maurizio Longhi per BreveNews.Com

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