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La compagna di Astori: “Nostra figlia sa che non tornerà, lo abbiamo collocato in un luogo immaginario in cui è felice”

Francesca Fioretti in un’intervista a Walter Veltroni sul Corriere della Sera

Francesca Fioretti, la compagna di Astori, parla per la prima volta dalla morte del capitano della Fiorentina, avvenuta poco più di sei mesi fa in un’intervista a a Walter Veltroni sul Corriere della Sera.

La compagna di Davide Astori racconta di una vita dolorosa, capovolta in un attimo, Il 5 Marzo ho accompagnato Vittoria a scuola e sono andata dalla psicologa dell’infanzia. Ho voluto mantenere la routine quotidiana di sempre. Nemmeno la cosa più tragica che poteva mai accadermi doveva destabilizzarla. Non devo vivere il mio dolore attraverso di lei, non deve vedermi triste né disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Davide, per quanto io stia male, non deve diventare un tabù, qualcosa di cui non si può parlare. Vittoria sa che lui non tornerà, ma lo abbiamo collocato in un luogo immaginario in cui è felice. Il vuoto che ha lasciato Davide non ci deve inghiottire. Devo fabbricare le ali con le quali Vittoria possa volare nella vita”.

 

 

Francesca racconta il primo incontro con Astori, “Ad una festa mi ha chiesto del Vietnam, dove ero stata per un programma televisivo. Sembrava una strategia di rimorchio ma poi mi ha scritto ogni giorno per un meseSiamo andati in India, in Nepal, in Perù, in Giappone. Sembravamo due adolescenti, fra treni e autobus. Dopo un controllo fatto in Perù ci dissero che avevamo perso la nostra bambina e invece, tornati a Roma, abbiamo scoperto che andava tutto bene. Davide allora si convinse che era femmina. “Se è così forte, non può che essere una bambina”. E per questo decidemmo di chiamarla Vittoria”.

In tv rivedremo Francesca in una delle puntate de I Bastardi di Pizzofalcone su Rai 1, girata nelle settimane precedenti alla morte del compagno ed ora, pronta a trasferirsi a Milano, tornerà lentamente al suo lavoro. “Ora la mia vita deve ricominciare. Ce la metterò tutta. Di una cosa sola sono certa. Di avere reso felice Davide nel tempo che abbiamo vissuto insieme. Nei momenti di sconforto penso che il destino con noi sia stato davvero ingiusto, ma sono disposta a sostenere il peso del dolore perché se non avessi incontrato Davide non ci sarebbe stata la gioia del nostro amore che ha reso possibile che lui si realizzasse e completasse come uomo e come padre. Se ne è andato, ma era nel momento più pieno e felice della sua vita, e se il mio dolore deve essere il pegno da pagare per questo, lo potrò sopportare per sempre“.

 

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