Home » Carlo Conti: “Sanremo con Amadeus? La verità è una. Vorrei fare una riflessione sulla Corrida…”
Spettacolo Televisione

Carlo Conti: “Sanremo con Amadeus? La verità è una. Vorrei fare una riflessione sulla Corrida…”

Intervista a Carlo Conti

Intervista a Carlo Conti sulle pagine web de ‘La Repubblica’. Il presentatore ha parlato della “Corrida”, il suo nuovo programma in onda da Venerdì 22 marzo torna su Rai1.

Quindi Conti, partiamo da qui. Farà Sanremo ma dietro le quinte? Dicono che lo condurrà Amadeus.
“Andiamo per ordine. A giugno mi scade il contratto con la Rai, spero che vada tutto bene, quello col servizio pubblico è un matrimonio che funziona. Poi si parlerà del resto, mi sembra che Sanremo sia molto lontano”.

Mica tanto, bisognerebbe cominciare a pensare alla formula già da adesso.
“E’ presto, è presto”.

Va bene. Il contratto è in scadenza, Mediaset l’ha corteggiata?
“Sanno che il mio amore con questa moglie, la Rai, è ancora molto forte”.

Oggi c’è ancora l’orgoglio di lavorare per il servizio pubblico?
“Molti di noi hanno un legame forte con l’azienda, indossiamo questa maglia con orgoglio. Sai di far parte di una squadra forte e importante. Almeno io l’orgoglio l’ho sempre sentito: sono cambiati direttori generali, direttori di rete, ma se fai onestamente il tuo mestiere non devi tenere niente. Poi io faccio intrattenimento, non faccio parte di gruppi”.

Possiamo tornare al Festival di Sanremo?
“Torniamo. Ne ho fatti tre, uno più bello dell’altro. Solo Pippo Baudo ha fatto un record, ma Pippo è Pippo. Non ci devo tornare per forza, ma sono al servizio dell’azienda. Se si fa Sanremo si deve remare tutti nella stessa direzione, tutti devono essere d’accordo sul tuo nome, devi sentire che l’intera squadra è con te. Io sono a disposizione, vediamo che accadrà”.

Sogna un programma in particolare?
“Scherzosamente, ma non troppo, dico che vorrei fare una rubrica di pesca all’interno di Linea blu. Sono in una fase della vita in cui ho tutto quello che desidero. Più di così cosa potrei desiderare? A parte la salute, la cosa più importante, niente. Rifarò Ieri e oggi su Rai3, è un formato che mi piace”.

Lei è uno strano animale televisivo, se può si sottrae.
“Non ho la voglia di apparire, ci sono e penso che ci sia spazio per tutti. Non vivo le sfide, già dicono: Conti contro Bonolis. Non è così, per me l’importante è che faccia bene il mio mestiere. Leggi ovunque, ‘Tizio asfalta Caio’. Non è questo il nostro mestiere ma resta quello che costruisci con il pubblico”.

Però venerdì ci sarà la provincia ingenua della Corrida contro le sfide estreme, al limite del trash, di Bonolis.
“Il pubblico sceglierà. Vorrei fare una riflessione sulla Corrida, in un mondo social come il nostro dove tutti si preoccupano di apparire, controlli ossessivamente come stai, i concorrenti della Corrida non si preoccupano di come stanno. Pensano a divertirsi. Una leggerezza di cui abbiamo bisogno”.

Non le sembra che con i talent lo spirito della Corrida sia superato?
“Ci sono programmi talmente perfetti, che si basano su un’idea talmente forte, che sono eterni. I concorrenti non si preoccupano di cosa diranno gli spettatori, si buttano allo sbaraglio. La sintesi più giusta è che finché ci sarà questa leggerezza e la goliardia avrà successo, andremo avanti. I gusti del pubblico sono in continua evoluzione, c’è un’alchimia particolarissima per portarlo dalla tua parte. Venerdì ci sono tante proposte diverse, Crozza, Propaganda live. I numeri di un tempo è sempre più difficile farli”.

Fare scelte estreme paga?
“Quando arrivi a estremizzare le cose, anche il più solido degli elastici si può rompere. Io non riuscirei mai a forzare le cose, o a esagerare su certi aspetti. Non ho il carattere. Anche La corrida cerco di farla come mi ha insegnato Corrado, con garbo. Puoi prendere in giro le persone, ma sempre con rispetto. C’è gente, fischiata, che torna al suo paese contenta. E’ un grande spaccato della provincia”.

Conti, lei è rimasto se stesso?
“Penso proprio di sì. Pedalo. Sto molto attento a selezionare i programmi che faccio: li confeziono, reinventando il format come nel caso dei Migliori anni, o scelgo format all’estero come per Tale e quale. Non ero convintissimo, lo facevano solo in Spagna ed era semplice, si mettevano una parrucca e via. Pura goliardia. Io ho cercato di farlo al meglio, con i coach e tutte le professionalità della Rai. Questa cura c’è in tutti i miei programmi, a cominciare dall’Eredità  dove si scherza e si ride, ma poi quando arriva la ghigliottina e si parla di soldi veri, il passo cambia”.

Loading...
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com