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Cronaca Sport

Alessandro Moggi rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta: a processo anche Zavaglia e Di Bari

Alessandro Moggi rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta:

Alessandro Moggi, 46 anni, figlio di Luciano, ex dirigente coinvolto nei fatti di Calciopoli, e Francesco Zavaglia, 72 anni, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione. Le accuse per il fallimento della Football Management, nata nel 1994 per l’intermediazione nei trasferimenti dei calciatori, attività poi sostituita con la specializzazione nell’allevamento dei cavalli.

I due procuratori sportivi, secondo la ricostruzione operata dal pm Stefano Fava, erano i veri dominus della società e avrebbero creato un buco di bilancio di oltre 5milioni di euro nella gestione della Football Management. Processo anche per Vito Di Bari, che avrebbe svolto il ruolo di amministratore formale su decisione di Moggi e Zavaglia intenzionati, secondo l’accusa, a creare uno schermo per evitare responsabilità penali.

L’edizione online de ‘Il Corriere della Sera’ riporta, nei dettagli, tutte le operazioni finite nel mirino della magistratura:

“Lunga la lista delle distrazioni contestate dalla procura ai due manager. Si va dai 903mila euro corrisposti tra il 2005 e il 2014 alla Mondial Sport srl – tra le più prestigiose scuderie italiane, come sottolineato dal consulente dell’accusa – di Zavaglia senza alcuna giustificazione secondo la procura. Si passa ai 390mila euro, senza adeguata motivazione, girati alla San Lorenzo Calcio, società riconducibile sempre a Zavaglia almeno per il pm. Soldi che – in questo caso secondo il consulente della procura – sarebbero stati impiegati per la partecipazione ai campionati di categoria e all’organizzazione di tornei di calcetto, senza il rispetto delle direttive della Federazione giuoco calcio.

Ma soprattutto sul dissesto societario hanno pesato secondo l’accusa due operazioni. La corresponsione di 492mila euro a Zavaglia nell’arco di nove anni tra il 2005 e il 2014. E poi i 3milioni di euro di crediti incassati da Zavaglia e Moggi o dalla Gea Word – sempre riconducibile ai due procuratori –che avrebbero dovuto essere riversarti nelle casse della Football Manager. La storia di questa società ha inizio negli anni novanta del secolo scorso quando i due procuratori sportivi di calciatori di Serie A costituiscono la società con il seguente oggetto sociale: «Intermediazioni interessate alle trattative di trasferimenti tra club e (o) calciatori professionisti e dilettanti italiani e stranieri in Italia o all’estero». Poi lo scopo viene mutato nel 2012 quando cominciano i primi scricchioli, secondo l’accusa. È allora che la Football Management diventa una società per l’allevamento e l’allenamento di cavalli”.

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