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Cronaca

Claudio D’Alessio, le accuse della colf: “Alzava le mani, minacciava di uccidere mio figlio”

Claudio D’Alessio, le accuse della colf:

Claudio D’Alessio, il figlio del cantante Gigi D’Alessio, è accusato dall’ex domestica. Niente stipendio e, all’occorrenza, minacce, spintoni e strattonamenti. Ieri la donna ha raccontato in aula, a piazzale Clodio, la sua verità sul periodo trascorso al servizio nella casa romana di D’Alessio jr, che l’ex colf ha portato poi a processo per lesioni e violenza privata.

“Non mi pagava da mesi”, ha raccontato Halina, una quarantenne ucraina. “E quando perdeva le staffe alzava anche le mani. Non ce la facevo più”. Inoltre, secondo la donna, D’Alessio jr, “in più di una occasione mi ha detto che se lo avessi denunciato avrebbe chiesto aiuto alla malavita e fatto uccidere mio figlio”.

Nella prossima udienza in aula saranno ascoltati lo stesso imputato, Claudio D’Alessio, e Nicole Minetti, l’allora convivente e già consigliere regionale della Lombardia. Oktre che ex igienista dentale tra gli altri, anche di Silvio Berlusconi.

in pigiama e ciabatte. “Ha provato a lanciarmi una sedia”, aveva scritto nella denuncia riportata da “Il Messaggero”. “Poi mi ha strattonato e sbattuto contro il muro, buttandomi la valigia fuori casa. Solo perché gli avevo chiesto l’ultimo stipendio. Non mi pagava e maltrattava”.

La donna, che ieri ha testimoniato in aula, “era stata soccorsa da un precedente datore di lavoro. Subito medicata in pronto soccorso aveva avuto una prima una prognosi di tre giorni, divenuti 23 per gli stati d’ansia”, si legge sul quotidiano. Assistita dall’avvocato Francesco Di Ciollo ora è parte civile nel processo.

La colf 40enne, nella denuncia, aveva anche specificato di essere stata costretta pure a lavorare in nero, a stare a disposizione sempre. Inoltre doveva dormire in una mansarda senza armadio e senza porta e ad attenersi pure al divieto di consumare pasti in casa.

La difesa.
“Mi ha denunciato per i soldi”, si è sempre difeso D’Alessio Junior, “mai sfiorata con un dito”. Intanto ha perso la causa di lavoro. A breve la sentenza sulle botte. A prova dei strattonamenti subiti agli atti sono finite le foto dei lividi.

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