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Ricky Memphis: “Non faccio teatro, soprattutto per un motivo. Su ‘Grande Salto’ e distretto di polizia…”

Ricky Memphis: “Non faccio teatro, soprattutto per un motivo. Su ‘Grande Salto’ e distretto di polizia…”

Ricky Memphis: “Non faccio teatro, soprattutto per un motivo. Su ‘Grande Salto’ e distretto di polizia…”. L’attore romano, in uscita nelle sale con il suo ultimo film ‘Il Grande Salto, parla ai microfoni di ‘OFF’, l’inserto de ‘Il Giornale’.

Ricky, sei tornato al cinema con Il grande salto: raccontaci di Nello, il tuo personaggio
“Il Grande Salto è quello che vorrebbero fare i due protagonisti di questa pellicola, dalla criminalità di serie C per passare a quella di serie A. Purtroppo, però, il raggiungimento di questo obiettivo si rivelerà più complicato del previsto. Nonostante i continui tentativi, infatti, non riescono a combinare mai nulla, al punto che Nello, il mio personaggio, impressionato dai documentari che guarda in TV sui Maya, comincia a pensare che sia il destino a volere che vada tutto storto. Insomma, è convinto che sia già tutto scritto”.

Tra le tante disgrazie che capitano ai protagonisti, riescono a rigirarne una a proprio favore. Cose che, anche nella vita, possono accadere…
“In generale, può succedere spesso che da una disgrazia possa venire fuori qualcosa di buono. Anche dalle cose peggiori, a sorpresa, possono sbocciare quelle migliori. Perché non dobbiamo mai dimenticare che Dio non ragiona come noi, sa quello che è bene e sa sicuramente tirare fuori il bene anche dal male”.

Il grande salto è l’opera prima di Giorgio Tirabassi come regista. E tu, a una regia, ci hai mai pensato?
“Non credo, per ora no, non mi interessa, sarebbe troppo faticoso. Io non sono il tipo che riesce a starsene sempre concentrato. Il regista deve essere un tipo certo, sicuro di quello che vuole e di come vadano fatte le cose. Io, per ora, continuo a fare l’attore”.

Continui a escludere di voler lavorare a teatro?
“Sì, perché sono timido ed emotivo. Per me sarebbe una fatica, adesso proprio non mi va. E poi solo il pensiero di fare tutta la sera la stessa cosa, mi frena. Però, se un giorno mi dovessi sentire incompleto, ci penserò”.

Per anni, il grande pubblico ha apprezzato te e Tirabassi nella fiction di Canale5 Distretto di Polizia. Vi hanno mai chiesto di fare una reunion della serie?
“Continuano a chiedercelo tutti i giorni a oggi, da quando abbiamo smesso, tredici anni fa”.

Pensate di accontentarli?
“Non è più possibile, perché ormai non producono più Distretto di Polizia. Mi dispiace, ma non credo che lo faremo…”

A quali altri progetti stai lavorando?
“Inizio a fine mese un film italiano, che gireremo a Lisbona per sette settimane. Il titolo, se è quello definitivo, è Un figlio di nome Erasmus. Al centro della trama, quattro ex studenti che vanno a Lisbona a fare l’ Erasmus e che tornano lì per una serie di cose che avevano lasciato in sospeso…”

Per concludere: un episodio off della tua carriera?
“Anni fa eravamo sul set di Distretto di polizia, io, Giorgio e Lorenzo Flaherty. Quest’ultimo avrebbe dovuto dire “Lojacono”, ma io non riuscivo proprio a smettere di ridere perché lui, quel cognome, non riusciva proprio a pronunciarlo. Ecco, io non credo di aver riso così tanto in vita mia e di aver ripetuto così tanto una scena su un set”.

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