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Mike Tyson si confessa: “Droga, violenze, vizi, ma oggi sono un altro. Ho dovuto imparare nel modo più duro cos’ è la vita”

Mike Tyson si confessa: “Droga, violenze, vizi, ma oggi sono un altro. Ho dovuto imparare nel modo più duro cos’ è la vita”.

Mike Tyson si confessa: “Droga, violenze, vizi, ma oggi sono un altro. Ho dovuto imparare nel modo più duro cos’ è la vita”. Lunga intervista all’ ex campione dei pesi massimi sulle pagine della Gazzetta dello Sport.

Mike, ha visto l’ imbattuto Joshua contro Anthony Ruiz? È l’ inizio della fine come successe a lei contro Buster Douglas a Tokyo nel 1990?
«Quel k.o. fu un bene. Sbagliai e feci capire agli altri di non essere più invincibile. Ma mi rese più umano, più grande. I rivali volevano essere come me. Ma tutti abbiamo sbagliato una volta nella vita. Eppure non ci arrendiamo, continueremo a vincere e a imparare. Come Serena Williams: se vince è fantastica, se perde è come tutti gli altri. Così è la vita dei campioni: c’ è il tuo momento, ma poi quel posto va ad altri».

Fury dice che Joshua è finito.
«No, per me resta il migliore. Basta che creda più in se stesso e non si ponga il dubbio di non essere abbastanza bravo. Ma non succeda mai più. Mi rivedo in lui: non invincibile ma più umano e tornerà il miglior peso massimo. Quella sconfitta resta il peggiore momento della mia carriera. Il migliore? Quando diventai campione mondiale».

Come ci si rialza da un k.o.?
«Devi puntare sull’ orgoglio. Ci credi, lo vuoi, pensi che Dio ti guidi, devi dimostrare a te stesso che sei il migliore. Riprovarci. Dipende da come ti senti. Io penso sia ferito e non abbia nulla da perdere. Ora diventa ancora più pericoloso».

Dopo decenni non c’ è un vero erede di Tyson: chi lo sarà?
«Non lo so. Ora ci sono più pugili e più possibilità rispetto al 1986, ci sono più Tv, c’ è Internet che consente di farci combattere l’ uno contro l’ altro, io contro Ali. Il futuro è questo».

Tra Ali e Tyson chi avrebbe vinto?
«Oggi, con gli ologrammi, lo potremmo scoprire. La tecnologia di adesso permette di sfruttare le nostre esperienze per migliorare e diventare il migliore. Abbinare le immagini e le esperienze. Solo la tecnologia può dire chi è stato il migliore di sempre. C’ è gente che ancora oggi fa soldi su questo. Anche se muori, possono speculare sulla tua carriera».

Canelo Alvarez, Mayweather, Wilder, Ruiz, Fury: chi è il suo preferito?
«Per me il miglior picchiatore è l’ ucraino Lomachenko anche se non è un massimo e non lo conosce nessuno. E punto ancora su Joshua».

Mike è per sempre l’ uomo più cattivo del mondo?
«Resto colui che arriva da un quartiere malfamato. Nascere così ti segna. Io ho conosciuto la fame, il crimine, la droga, e tutto questo si è accumulato dentro di me. Mi chiedevo: “Mike, vuoi morire lì o batterti per lasciare quel posto?” Io ho sempre combattuto con determinazione per lasciare quel posto e non morire lì. Sopravvivere a un quartiere cattivo ti fortifica. Io ho conosciuto i senzatetto, la fame, il crimine e la droga. Ma mi chiedevo dentro di me: “che cosa vuoi fare della tua vita, Mike? Vuoi morire lì dentro o vuoi scappare da quell’ inferno?” Tutti, sin da quando ero giovane, hanno visto chi ero: un delinquente brutto sporco e insicuro, ma mi ribellai».

E se potesse rinascere?
«Sarei ancora un pugile».

I suoi figli che cosa le chiedono di quel passato duro?
«Dei miei 7 figli, i più grandi potrebbero pensare che papà è un po’ pazzo, se vedono il vecchio Tyson. E quindi continuo talvolta a fare il pazzo. Ma ero giovane, non avevo capito la vita. Ero egocentrico e non pensavo agli altri. Pensavo a me stesso, anziché agli altri. E ora che sono più vecchio, so che non è giusto. Ho dovuto imparare nel modo più duro cos’ è la vita».

Ci sono molti film sulla sua vita, compreso quello dell’ orecchio staccato ad Holyfield sul ring: in quale si riconosce?
«Non amo guardare quei film, forse perché esce il lato vulnerabile della mia vita».

Che uomo è il Tyson di oggi?
«Io non penso che le persone non nascono per essere umili ma sono destinate ad essere umiliate. Siamo arroganti e non possiamo aiutarci a vicenda. Si nasce così. Col passare del tempo ci si evolve, tra 20 anni sarà un mondo diverso. Le persone praticheranno sport in modo diverso, mangeranno cibi diversi, saranno più consapevoli. Può nascere una specie umana migliore tra 20-30 anni».

La boxe le ha più dato o tolto?
«Quando hai a che fare con la boxe, hai a che fare con la morale. Pensi che tutto sia affidabile, onesto, rispettabile, con dei giudici e dei verdetti, ma la boxe è stata sopraffatta dalla corruzione. È successo a me, succede a tutti. Ora non mi sento coinvolto: sto lontano da quel mondo perché non mi piace essere la persona che ero».

Per corruzione la noble art ha rischiato di uscire dalle Olimpiadi.
«Gli sport dilettantistici meritano di ricevere finanziamenti per occuparsi dell’ educazione dei giovani e aiutare le loro madri per poter vivere e mangiare.

Alcuni di questi ragazzi fanno anche 500 match per guadagnare neanche un dollaro.
Quando vado in Europa orientale, vedo ragazzi che vivono al freddo: è pazzesco».

Non è Tyson se non fa discutere: s’ è lanciato nel business della cannabis…
«Sono in questo business ma non ho mai toccato la vera cannabis floreale. Per scopi terapeutici voglio aiutare quelli che soffrono e non hanno possibilità di accedere alle cure mediche. Ho deciso di aprire un ranch in California perché il Cbd (cannabidiolo, ndr ) è il futuro. Il Cbd è in tutto, è nel caffè, sarà nel nostro cibo, nei cibi per i cani, e ci renderà persone migliori. È quasi come il guacamole. Lo vendono ovunque: è una corsa all’ oro quasi come il petrolio».

In Italia negozi simili li vogliono far chiudere. In che senso renderà le persone migliori?
«Io invece voglio fare bene con questo business perché ho già un accordo con il tabacco britannico da cinquecento milioni di dollari».

C’ è l’ Italia ora nel suo tour?
«Sono già stato diverse volte, anche in Vaticano, ma non ho mai incontrato il Papa. Mi piacerebbe incontrare Francesco: penso sarebbe fantastico perché vedo quanto si batte per migliorare il mondo. E sarebbe una buona occasione per parlare di Cbd anche con il Papa».

Dopo averlo sostenuto nell’ ultima campagna presidenziale, sosterrà ancora Donald Trump?
«Forse il presidente non ha la foto giusta, ma sta dirigendo l’ America verso la giusta direzione. Potrebbe non piacere guardarlo, ma quando avrà finito il suo lavoro adoreremo il posto in cui ci ritroveremo. Sarà difficile batterlo, anche perché è così travolgente e globalizzato…Lui non è un politico, è più che uno spaccone».

È un pugile il suo miglior amico?
«No, non ho amici. E comunque trovare amici non è un mio obiettivo».

Tra i suoi 7 figli, c’ è qualcuno che fa il pugile?
«Non permetterei mai ai miei bambini di fare boxe. È pericolosa, spesso la pratica chi deve dare un pasto alla propria famiglia o non ha null’ altro da fare».

Milan diventerà una tennista famosa?
«Mia figlia ha iniziato a 3 anni. Era talentuosa e ha vinto diversi tornei. Lei però non ha fatto dieta e non si è allenata di notte. Bisogna allenarsi prima di andare a letto ogni sera. Io mi alleno ogni notte, vado a correre, vado a letto, e la mattina quando mi sveglio, mangio uno snack e poi mi alleno. Lei ha bisogno di allenarsi costantemente, 2-3 volte al giorno. Vengo da una famiglia che prende peso facilmente. Io continuo a mangiare sano e ad allenarmi. Mi metto sotto».

Anche per questo l’ ha mandata da Patrick Mouratoglou?
«Mi sono detto: perché non far crescere mia figlia qui? Grazie a mia figlia ora sono coinvolto nel tennis: spero che Serena Williams possa tornare a vincere Wimbledon, lei è incredibile».

Lei è stato al centro di uno scandalo di violenza sessuale per cui è finito in carcere. Quando sente parlare di campioni accusati, come Ronaldo o Neymar, che cosa prova?
«Bisogna sempre indagare a fondo e scoprire chi sta dicendo davvero la verità».

La sua epopea iniziò con 19 match vinti per ko al 1° round. Cosa resta di quel Tyson?
«Quando vincevo, pensavo: “posso fare del mio meglio”. Mentre la vita va avanti, però cominci a perdere. Le persone che ami, i capelli, a volte la voglia di vivere: non si tratta di vincere quanto e più possibile. Alla fine perderai sempre».

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