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UFFICIALE – Sanremo 2020 ad Amadeus: “Come sarà il mio Festival. E su Fiorello…”

Sanremo 2020 ad Amadeus: “Come sarà il mio Festival. E su Fiorello…”

La notizia era nell’aria, adesso è ufficiale: sarà Amadeus a condurre il prossimo Festival di Sanremo. Ieri la Rai ha infatti sciolto la riserva e ha ufficializzato con una nota che è lui il padrone di casa e il direttore artistico dell’ edizione 2020.

Un Festival a cifra tonda: 70 candeline. «Sono felicissimo. Si realizza un sogno che, se fai il conduttore, hai da tutta la vita. Ora si sta per avverare. Ringrazio la Rai per aver fiducia in me, avendomi affidato il compito di condurre e anche di mettere in piedi questo Festival, con la direzione artistica. Dopo qualche breve giorno di vacanza ci mettiamo al lavoro per fare in modo sia un Festival di tutti».

Secondo Il Corriere della Sera, il conduttore al momento è in Spagna e pare non sapesse che il suo nome fosse certo fino a quando è uscito l’annuncio ufficiale. Un Festival di tutti. Un’idea che traspare anche dal comunicato di Viale Mazzini, che ha parlato di «un Sanremo all’insegna della coralità e della celebrazione… un Festival nel segno della storia della Rai che vedrà impegnata l’intera azienda».

Fiorello
Gli auguri arrivano anche dall’amico Fiorello. «Che dire?!? Felicissimo per Amadeus un po’ meno per me! Ansia doppi, non ce la posso fare? AIUTOOOO…». Su Twitter, Fiorello esulta per l’ufficializzazione del nome di Amadeus come conduttore e direttore artistico della prossima edizione del Festival e insieme conferma la sua presenza all’Ariston.

Il nome circolava da mesi
Per festeggiare, si «partirà da un’edizione di Sanremo Giovani con un’apertura maggiore alle nuove tendenze». A fare in modo che tutto vada al meglio, Amadeus. Sarà lui il «padrone di casa: volto Rai, esperto di musica, storico dj, sarà anche direttore artistico dell’edizione. Assieme a lui, nel corso delle cinque serate all’Ariston, volti che hanno costruito la storia del Festival, per un racconto che si intreccerà con quello di compagni di viaggio di Amadeus». Il suo nome circolava da mesi. Già da quando Claudio Baglioni — appena concluso il secondo Festival — si era dimostrato poco possibilista circa un suo Sanremo ter. Il pettegolezzo è poi diventato indizio. Quello definivo è arrivato per bocca di Fiorello che, giorni fa, durante un suo spettacolo in Sardegna, aveva detto: «In prima fila, stasera, il presentatore del prossimo Sanremo: Amadeus». Erano seguiti alcuni post sui social con i due che scherzavano su questa ipotesi, evidentemente già piuttosto concreta. Al punto che ora, tra gli artisti che collaboreranno con lui per omaggiare i 70 anni della kermesse, sembra plausibile immaginare anche lo showman siciliano. E Michelle Hunziker, che non solo ha contribuito a costruire «la storia del Festival» ma che pure è da poco apparsa sul profilo Instagram di Fiorello: insieme ironizzavano sul loro essere lì insieme, «chissà perché».

La fine del periodo buio
Potrebbero essere loro ad affiancare il «padrone di casa». Così come Baudo, Fazio, Chiambretti, Jovanotti. E anche a Carlo Conti, suo amico, che gli è stato vicino nel periodo più buio della carriera, quando Amadeus temeva addirittura di non avere più l’opportunità di tornare in tv. Sembra un secolo fa. Invece bisogna tornare indietro solo di sei anni, quando il prossimo direttore artistico di Sanremo tentava di interrompere il suo «lungo periodo di inattività totale» proponendosi come concorrente di «Tale e quale», condotto da Conti. La sua risalita televisiva è partita da lì. Parlando del periodo in cui, per una sua scelta sbagliata, era rimasto senza programmi in tv, aveva detto: «Quando il telefono smette di suonare ti crolla il mondo addosso. Ti accorgi che tutto quello che hai costruito in un attimo non conta più… è disarmante essere completamente fuori da un mondo che fino a poco prima ti apparteneva. Prima giocavi titolare e poi nemmeno ti fanno entrare allo stadio». Ma poi aveva anche ricordato: «Mio padre, istruttore d’equitazione, dice che i più bravi cavalieri sono quelli caduti almeno una volta da cavallo perché hanno saputo tornare in sella».

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