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Valeria Golino: “Lina Wertmüller mi maltrattava da giovane. Poi ho capito una cosa importante”

Valeria Golino: “Lina Wertmüller mi maltrattava da giovane”. L’attrice rivela alcuni retroscena sulla sua carriera in una intervista a ‘Il Messaggero’

Valeria Golino: “Lina Wertmüller mi maltrattava da giovane. Poi ho capito una cosa importante”. L’attrice rivela alcuni retroscena sulla sua carriera in una intervista ai microfoni della collega Gloria Satta per ‘Il Messaggero’, ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Esistono ancora degli uomini come Casanova?
«Spero proprio di sì. Quel tipo di virilità, intesa come rispetto e ammirazione della donna, si sta facendo sempre più rara. Sarebbe triste se, oggi che i rapporti tra i sessi sono cambiati, sparisse del tutto».

Oltre vent’anni decise di lasciare Hollywood: vuole ora consolidare la sua carriera francese?
«Ho girato Dernier amour per l’amicizia che da 30 anni mi lega a Lindon e la stima nei confronti di Jacquot con cui ho altri progetti. In Francia ho interpretato recentemente dei piccoli ruoli in grandi film, è stato bello. In quel Paese potrei lavorare di più, ma lo faccio quando gli impegni italiani me ne lasciano il tempo. E attualmente ne ho tanti».

Che momento è della sua vita?
«Né bello né brutto. Mi sento a bagnomaria, in attesa che spiri un vento diverso. Girerò il nuovo film di Giuseppe Gaudino su Pompei, Via dell’Abbondanza, e Sei tornato di Stefano Mordini. Ho appena finito La terra dei figli di Claudio Cupellini e ho avuto chiara una verità».

Quale?
«Il set, dove gli altri si prendono cura di me, continua ad essere il luogo in cui mi sento più tranquilla».

Cosa ha imparato dalle sue due regie precedenti, Miele e Euforia?
«Che il lavoro dietro la cinepresa è fatto per me, mi somiglia. Ho capito che ho voglia di continuare e di fare sempre meglio. Sono ormai un’attrice di mezza età ma una giovane regista. L’idea mi piace».

Scrive con due sceneggiatrici per innalzare le quote rosa nel cinema?
«No, ho scelto di lavorare con Velia e Francesca perché mi sento in sintonia con loro. Tra noi c’è una grande intimità e l’ego di ciascuna non emerge mai. Sono grandi professioniste e, per caso, anche donne».

Nel 1983, a 18 anni, lei girò il suo primo film, Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, con Lina Wertmüller. Cosa ha pensato quando la regista ha ricevuto l’Oscar alla carriera?
«Sono stata felice e mi sono detta: era ora. Ho festeggiato Lina qualche giorno prima della cerimonia, al gala organizzato a Roma dall’Academy. Lei è stata dolcissima, mi ha riempito di baci e carezze. Ma sul set, 36 anni fa, non andò proprio così».

Che cosa successe?
«Lina mi maltrattava tutto il tempo e probabilmente aveva ragione. Io ero giovane e indisciplinata, mi distraevo e andavo a giocare con i tecnici… La regista me ne diceva di tutti i colori, del resto era famosa per la sua severità».

A volte alzava le mani e morse un dito a Luciano De Crescenzo, colpevole di gesticolare troppo…
«Lina mi accusava urlando di essere una cagna, un’attrice negata, e mi esortava a lasciare il set. Io ci rimanevo male, oggi ripenso a quel battesimo… traumatico e sorrido».

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