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Spettacolo

Piero Angela dopo l’incidente racconta le sue condizioni di salute: “Come sto? Ho un po’ di problemi”

Piero Angela dopo l’incidente racconta le sue condizioni di salute

Piero Angela è intervenuto nel corso del programma su Rai Radio2 I Lunatici ed ha parlato delle sue condizioni di salute dopo l’incidente. “Come sto? Ho un po’ di problemi, la settimana prossima mi tolgono il gesso, poi spero di recuperare in poco, anche se ci vorrà tempo. Sono cose lunghe e fastidiose”.

Il divulgatore scientifico ha raccontato. “Per fortuna a essersi rotto c’è il braccio sinistro, mi sono reso conto di quante cose non si possono fare senza un braccio. Ora, per esempio, dormo su una poltrona. Da quando mi sono rotto il braccio la notte non riesco ad alzarmi, ho comprato una di quelle poltrone reclinabili che si allungano e diventano un letto. Funziona bene. Speriamo bene, qui non si sa mai, ma credo di aver superato tutti gli ostacoli. La testa funziona. Quando si perde anche solo di poco la capacità di capire o di ragionare è terribile. Il mio lavoro mi porta a scrivere, leggere, parlare. Devo sempre far di compito, sia scritto che orale. C’è sempre questa tensione, ci si mantiene in allenamento”.

Piero Angela ha parlato anche della paura di morire. “Da quando ho compiuto 90 anni mi chiedono se ho paura della morte. La morte è una grande scocciatura. E’ una mancanza di vita. Noi moriamo ogni notte quando ci addormentiamo. La sofferenza, soprattutto fisica, ma anche psicologica, è la cosa che può turbare. Ognuno di noi si augura una buona morte. Penso sempre a un detto di Leonardo, ‘così come una buona giornata porta a un buon dormire, così una vita spesa bene porta a un buon morire’. Lui si è spento con questa visione. Una filosofia pacificante”.

Il giornalista ha parlato anche di uno dei più annosi problemi di oggi, l’uso spropositato della plastica. “Abbiamo una bacchetta magica che ha migliorato la vita di tutti, ma bisogna saperla usare. Pensate al problema della plastica: è semplicemente dovuto al fatto che questa plastica invece di essere buttata in mare dovrebbe andare nei rifiuti e non rientrare più nel ciclo. Le isole di plastica nell’oceano non sono frutto della plastica in sé. E’ la gente che la butta via. Il problema non è mai dell’oggetto, ma dei comportamenti. E su questo non si fa quasi niente. A iniziare dalle scuole, per arrivare a televisione e magistratura. Servono leggi severe. Quando si è sporchi fuori, non si è puliti dentro”.

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