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È il primo e l’ultimo pensiero degli italiani. E non solo: il rapporto Censis

È il primo e l’ultimo pensiero degli italiani. E non solo: il rapporto Censis sul 2018 a proposito di emigrazione, neo laureati e alcune curiosità

È il primo e l’ultimo pensiero degli italiani. E non solo: il rapporto Censis. A partire dagli emigrati italiani con almeno 25 anni, in possesso di un titolo di studio di livello universitario, nel 2017 era al 31,1%, di questi il 53,7% aveva tra i 18 e i 39 anni. Tra il 2013 e il 2017 è aumentato sia il numero di laureati trasferiti all’estero (+41,8%) sia quello dei diplomati (+32,9%). Lo dice un Rapporto del Censis. Tra il 2008 e il 2017 i saldi con l’estero di giovani 20-34enni con titoli di studio medio-alti sono negativi in ogni regione.

Il primato della Lombardia. Secondo il Rapporto del Censis sulla situaizone sociale del Paese, le regioni con il numero più elevato di giovani qualificati trasferiti all’ estero sono Lombardia (-24.000), Sicilia (-13.000), Veneto (-12.000), Lazio (-11.000) e Campania (-10.000). Il Centro-Nord, soprattutto Lombardia ed Emilia Romagna, ha compensato queste perdite con il drenaggio di risorse umane dal Sud.

Più richiesta di diplomati. La domanda di capitale umano espressa dalle imprese privilegia ancora i diplomati di scuola secondaria di II grado. Nel 2018, su 4.554.000 ingressi programmati da imprese dell’industria e dei servizi, i diplomati erano circa 1.600.000, il 35% del totale. I diplomati continuano a prevalere sui laureati, destinati a ricoprire il 12,1% dei posti di lavoro programmati, pari a 550.000. Il restante 52,9% di contratti di lavoro riguarda individui con più bassi livelli di scolarizzazione.

Diplomati? Pochi o inadeguati. Un’impresa su quattro (il 26,2%, dato che nel Nord-Est sale al 30,4%) fatica a reperire diplomati, perché troppo pochi o per la loro inadeguatezza. Il 25% delle imprese cerca giovani che abbiano completato un percorso Its o Ifts (per alcuni indirizzi di studio viene superata la soglia del 30%). Con riferimento ai 139 corsi dell’Istruzione tecnica superiore conclusi nel 2017, l’80% dei diplomati ha trovato lavoro (di cui il 90% in un’area coerente con il proprio percorso formativo). Resta però ancora sottodimensionata la capacità di offerta: 2.601 diplomati Its nel 2017 a fronte di un bisogno di circa 400.000 (la quota di copertura dell’Its si attesta dunque su livelli inferiori all’1%).

il primo e l’ultimo pensiero degli italiani: lo Smartphone. Sempre secondo la fotografia sociale scattata dal Censis, il 25,8% di chi possiede uno smartphone non esce di casa senza il caricabatteria al seguito. Oltre la metà (il 50,9%) controlla il telefono come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire. Questo dimostra come la diffusione su larga scala dei telefonini cosiddetti intelligenti nell’arco di dieci anni abbia finito con il plasmare i nostri desideri e le nostre abitudini.

Un vero oggetto di culto. Vero driver dell’innovazione digitale nel nostro Paese, lo smartphone – sottolinea il Censis – ha giocato un ruolo da protagonista nella rivoluzione compiuta dal sistema dei media nell’ultima decina d’anni. Oggi rappresenta un oggetto di culto: l’icona della disintermediazione digitale. La percentuale degli utenti in Italia è passata da un timido 15% nel 2009 all’attuale 73,8%. Sono stati i giovani under 30 i pionieri del consumo, passati da un’utenza pari al 26,5% nel 2009 all’86,3% dell’ultimo anno.

Superata la tv. Il 2018 sarà ricordato anche come l’anno in cui gli smartphone hanno superato i televisori. Nelle case degli italiani sono presenti 111,8 milioni di device, lo 0,5% in più rispetto al 2017 (600.000 in più). In ogni famiglia ci sono in media 4,6 device. In particolare, nelle case degli italiani ci sono 43,6 milioni di smartphone e 42,3 milioni di televisori. Ma soprattutto sono 6,5 milioni le smart tv e i dispositivi esterni effettivamente collegati a internet per guardare programmi televisivi (+20,6% in un anno). Il 47,8% delle famiglie in cui vive almeno un minore ha in casa una smart tv o dispositivi esterni che consentono di collegarsi al web. Ma crescono anche le famiglie di longevi over 65 anni che sfruttano gli schermi al pieno delle loro potenzialità collegandosi a internet: l’8% dispone di una smart tv connessa.

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