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Hammamet, Favino: “Craxi? Non mi ero mai associato a lui, poi è successo una cosa. Sui raccomandati…”

Hammamet, Favino, attore protagonista nei panni di Craxi nel film nelle sale in questi giorni, ne parla ai “I Lunatici” su Rai Radio2

Hammamet, Favino: “Craxi? Non mi ero mai associato a lui, poi è successo una cosa. Sui raccomandati…”. L’attore è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino. Pierfrancesco Favino si è sottoposto alle domande degli ascoltatori intervenuti attraverso messaggi vocali in un botta e risposta molto appassionante.

Su Hammamet. “Come ho fatto a rifare uguale la voce di Craxi? Mi sono chiuso nelle stanze in cui studio, ho ascoltato per giorni e giorni la sua voce e ho cercato di capire quanto e dove fosse diversa dalla mia. Mi sono domandato perché parlasse in quel modo e cosa volesse comunicare con il suo modo di parlare. Del suo modo di parlare ha fatto un’arma importante, mi sono sempre domandato cosa ci fosse dietro. Le pause. I silenzi. Piano piano ho cercato di arrivare a portare la mia voce ad assomigliargli, non soltanto per imitarlo ma per coglierne il respiro”.

Favino continua il racconto: “Quando cogli il respiro di un uomo ti si aprono altre domande, altri pensieri e cerchi in qualche modo di trovarlo, di toccarlo. E’ il desiderio di ogni attore: sparire fino in fondo nel mondo di un’altra persona. A me questo è successo in alcuni aspetti della vicenda raccontata dal film di Amelio, che racconta la caduta di quest’uomo. Mi sono chiesto si capiterà anche a me di cadere. Anche se non ho quel potere ovviamente”.

La reazione quando ha saputo che avrebbe interpretato Craxi. “Ma che davvero? Ma che io? Ma che c’entro! Mi sentivo tanto distante da Craxi, non mi ero mai associato a Craxi come persona. Però poi a un certo punto ho iniziato a studiare, a leggere, a domandarmi che uomo fosse”.

Hammamet, Favino sul personaggio Craxi. “E’ complicato da dire. Avevo un’immagine di lui che era quella dell’ uomo politico e della sua vicenda giudiziaria. Mi è stato dato modo di toccare un aspetto che non mi ero mai fermato a domandarmi e cioè l’aspetto umano. Questo non per giustificarlo o per trovare per forza delle ragioni di empatia. Il film si sofferma sugli ultimi mesi di vita di quest’uomo. Parla della sua caduta”.

Sulle proposte indecenti anche agli attori. “Se mi è successo o non me ne sono accorto oppure fortunatamente ho scelto di non accettarle. Ma non perché non sappia che esista questa cosa, ma perché in qualche modo penso di poter fare questo mestiere per meriti. E  lo pensavo anche quando non riuscivo a farlo con continuità. Non svenderei niente di me o di personale per un’ idea di successo. Che a quel punto, di sicuro, diventerebbe un totale insuccesso”.

Hammamet, Favino parla del personaggio Craxi, e non solo

La carriera. “Se ci sono stati momenti bui durante la mia carriera? Eccome, io ci ho messo un sacco di tempo a riuscire a fare questo mestiere con continuità. Ho fatto un sacco di altri mestieri per pagare l’ affitto o per mangiare. Ma non l’ ho mai fatto pensando che il mondo di me non riconoscesse la mia capacità. Ho iniziato a fare questo lavoro sapendo che era complicato, ma l’ ho fatto sempre con grande gioia. Ci sono stati momenti difficili in cui non capivo perché scegliessero altri e non me”.

E ancora: “Faccio l’attore dal 1992, i film che hanno iniziato a farmi vedere sono del 2005, del 2004. Negli anni precedenti ho fatto la gavetta, per fortuna. Ho sempre fatto l’attore con gioia. In questo mestiere poi c’è anche una grande componente di fortuna. La nostra professione va a ondate. In questo momento lavoro tanto, magari un momento non andrà così”.

La prima cosa che guarda in una donna. “Può sembrare ridicolo, sicuramente sono attratto dall’aspetto fisico di una donna, ma è come se ci fosse qualcosa in più ad attirarmi, come i particolari fisici si mettono insieme. Mi innamoro del carattere, della capacità di farmi ridere, sono quel tipo di uomo. Mi devo innamorare, anche solo di un dettaglio”.

Il ricordo di Sanremo. “Ho un ricordo bellissimo del Festival. Per me è stata una cosa liberatoria, attraverso Sanremo le persone hanno scoperto delle cose di me che io sapevo ma che ho tenuto nascoste per troppo tempo. Tra Claudio, Michelle e me si creò un’empatia incredibile”.

Vita privata. “Se sono fedele? Sì, sono un tipo fedele, alla mia donna e a quello che costruiamo insieme. Penso che la fedeltà sia anche questo. Essere fedeli non solo all’altro ma anche a quello che costruite insieme”.

Sui raccomandati nel mondo del cinema. “Esistono i raccomandati nel mondo del cinema, ma durano poco. La raccomandazione non può arrivare dove arriva il talento. Il nostro è un mestiere duro, non esistono carriere durature se non ci sono grandi talenti o grandi doti caratteriali”.

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