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Emma Mackey si racconta: “Il mio primo approccio? Imbarazzante. Sex Education arrivato in maniera bizzarra…”

Emma Mackey si racconta, l’attrice che nella serie Netflix Sex Education interpreta Maeve parla a tutto tondo ai microfoni di ‘Io Donna’

Emma Mackey si racconta: “Il mio primo approccio? Imbarazzante. Sex Education arriva in maniera bizzarra…”. L’ attrice, che nella serie Netflix Sex Education interpreta Maeve, parla a tutto tondo in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Partiamo da una curiosità: quanto dello spirito ribelle di Maeve c’è davvero in lei?
“Non sono mai stata punk, ma dentro di me indosso l’eyeliner pesante con cui va in giro lei e mi autoconvinco di saper innescare meccanismi cinici di difesa come quelli che usa Maeve. Dall’esterno, però, non si nota affatto perché resto gentile ed educata, anche quando non vorrei”.

Ricorda il primo approccio al sesso?
“Imbarazzante è dire poco. È stato durante l’ora di biologia al liceo che ho frequentato in Francia. L’insegnante parlava di organi riproduttivi, senza legare minimamente il sesso al piacere o alle emozioni. Per fortuna invece Sex Education spazia dagli orgasmi al vaginismo, evitando che i ragazzi imparino quello che c’è da sapere solo con i porno”.

E poi è arrivato Netflix.
“Nella maniera più bizzarra possibile. Avevo un agente a cui è stato inviato il copione, ma io non avevo neppure un solo servizio fotografico. Ho preso delle immagini da facebook che fossero vagamente decenti e le ho mandate. Dopo quattro o cinque round di provini, eccomi qui”.

Emma Mackey si racconta: “Sex Education arrivato in maniera bizzarra…”

Cos’ha di speciale Sex Education?
“Una formula magica che parte da una storia semplice: un ragazzo strambo ha una cotta per una ragazza. Abbiamo però superato lo stereotipo mostrando come, pur non avendo successo in amore, vuole genuinamente aiutare gli altri senza giudicare. La storia diventa profonda e importante”.

Cosa l’ha colpita della stagione due?
“Mi piace l’idea che ci siano nuovi personaggi, temi diversi e sfide importanti per i protagonisti che non rimangono statici, ma si evolvono”.

Il suo maggior pregio che può diventare anche il peggior difetto?
“Sono una secchiona, che s’impone molta disciplina. Non a caso ho studiato politica internazionale”.

Riesce ancora a godersi l’anonimato?
“A volte. E solo nella mia casa a South London”.

Come se la cava con hater e critiche?
“Ho le spalle larghe e so accettare un feedback negativo. Alcune volte arrivano a casa dei miei genitori in Francia lettere scritte a mano, il che è inquietante perché qualcuno ha scovato il loro indirizzo, ma anche molto dolce”.

I suoi sono in imbarazzo per le scene di nudo nella serie?
“Non ne ho idea, so solo che sono orgogliosi di quello che sto facendo”.

Sogni nel cassetto?
“Per ora non mi vedo a mio agio a Hollywood, ma non escludo nulla, dalla radio agli audiolibri, o magari una soap spagnola. Voglio variare”.

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