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Spettacolo

Guzzanti: “La satira con la rete è diventata uno sport nazionale. Avanzi? Sarebbe divertente celebrarlo…”

Corrado Guzzanti, la satira e non solo, il comico parla del suo nuovo cortometraggio in una intervista rilasciata a ‘La Stampa’

Guzzanti: “La satira con la rete è diventata uno sport nazionale. Avanzi? Sarebbe divertente celebrarlo…”. Il comico parla del suo nuovo cortometraggio in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘La Stampa’.

Guzzanti, come mai ha scelto in corto?
«Mi sarebbe piaciuto farne anche altri spero in futuro che ce ne siano. In questa fase della mia carriera dopo essermi dedicato per tanti anni quasi esclusivamente alla televisione e al teatro, adesso mi diverto molto a partecipare a lavori di altri, a essere diretto da attore, come anche a scrivere per mio conto delle cose non necessariamente comiche, diciamo che ho bisogno forse di esplorare un po’ di più. Questo corto è stata una bella esperienza di un paio di giorni a Matera dove mi sono divertito. Il risultato mi sembra interessante».

La storia è emblematica. C’ è dell’ autobiografia?
«Non per quanto mi riguarda. Per quanto concerne ciò che il regista racconta sul cinema, la storia di questo giovane che ruba l’ idea all’ attore più vecchio, è una cosa che sotto metafora può essere autobiografica per tutti. A tanti credo sia capitato di essere traditi da qualcuno a cui abbiamo offerto gelosamente un’ idea».

Perciò non considera il corto da principianti come fanno alcuni suoi colleghi?
«Diciamo che qualche anno fa i corti erano considerati utili solo a rimpolpare il book degli aspiranti registi. Oggi con le possibilità offerte dalla rete, dalle piattaforme, i corti possono tornare ad essere una piccola forma di arte cinematografica minore ma anche challenging per la capacità di essere in grado di sintetizzare un’ idea in pochi minuti, una capacità che non hanno tutti e un esercizio importante per chi vuole fare cinema».

La satira di questi tempi può ancora avere una sua funzione o deve fare un passo indietro?
«Penso sia sempre utile ma io non sono uno di quelli che la prende troppo seriamente, solo a volte può rappresentare una forma espressiva importante, in momenti in cui sono in ballo i diritti, gli ideali. La satira con la rete è diventata uno sport nazionale. Ci sono giorni in cui siamo tutti bombardati da meme e battute. Però, anche se queste vignette non fossero particolarmente argute, ma semplicemente strappassero una risata a noi che siamo costretti a stare in casa pieni di paure, sarebbe già un nobilissimo risultato».

Che si è portato via degli anni gloriosi di Avanzi?
«Di quegli show mi resta moltissimo, sono come dei figli, pezzi di cuore. È veramente un gran piacere vedere che sono ancora vivi, vengono ripostati sul web, riproposti da chi magari all’ epoca non era neanche nato, cominciano ad essere “modernariato”. Tra poco sarà il trentennale di “Avanzi”, sarebbe divertente celebrarlo magari riunendo la banda, come si dice dei Blues Brothers, facendo una tournée o qualcosa insieme. Riproporre quelle dinamiche magari sforzandosi di reiventare in una forma moderna. Penso che lo faremo, io vorrei tanto».

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