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Spettacolo

Tozzi ne ‘La Casa di carta’: “Quando l’ho saputo ho reagito così. Quando i critici mi massacrarono…”

Umberto Tozzi ne ‘La Casa di carta’, il cantautore parla della sorpresa della sua canzone all’interno della serie ai microfoni de ‘Il Messaggero’

Tozzi ne ‘La Casa di carta’: “Quando l’ho saputo ho reagito così. Quando i critici mi massacrarono…”. Il cantautore parla della sorpresa per l’inserimento della sua canzone (Ti amo) nella colonna sonora di una delle serie più famose al mondo, in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

Come ha reagito quando ha saputo che Ti amo faceva parte della colonna sonora de ‘La casa di carta 4’?
«Ho sorriso. Non ho ancora visto la serie, ma ne ho sentito parlare».

Non è curioso?
«Sì, ma in questi giorni sono preso dallo studio: lavoro a nuova musica. La vedrò».

Che aria tira a Montecarlo?
«Hanno tutti accettato le disposizioni senza polemizzare. Le persone hanno senso civico, qui: la prima cosa che imparai quando mi trasferii fu di non buttare le cicche a terra».

Il giornale tedesco Bild ha pubblicato una lettera d’amore all’Italia di dubbio gusto, piena di luoghi comuni. La citano: Cercavamo il mare azzurro e il profumo dei limoni canticchiando Umberto Tozzi.
«Parole che fanno comunque piacere. Per noi italiani è sempre stato difficile riuscire ad esportare la nostra musica ed è bello quando, nonostante tutto, vengono ricordati i nostri successi internazionali».

Ti amo, passando per la Spagna, arrivò anche in Sud America.
«Dimostrai ai discografici che si erano sbagliati, quando volevano che uscissi con un altro singolo, Se tu mi aiuterai. Mi ribellai e feci bene».

Nel 1977, in Italia, risultò essere il secondo singolo più venduto, dietro ad Amarsi un po’ di Battisti.
«E pensare che qualche anno prima avevo partecipato come chitarrista ai provini per Il mio canto libero. A Milano io, Bennato, Finardi e la Nannini passavamo le giornate negli uffici dell’etichetta Numero Uno aspettando di lavorare».

Con Battisti come andò?
«Restai in studio una settimana. Mangiavamo insieme. Non era molto affabile. Alla fine non mi prese, ma quando uscì Ti amo confidò al mio editore: Tozzi è l’unico che fa qualcosa di originale».

I critici, invece, non la pensavano così.
«Mi massacrarono. Dicevano che facevo solo tormentoni estivi».

Poi Gloria conquistò gli Usa.
«Merito dell’americano Greg Mathieson, con il quale collaborai per l’album Notte rosa nel 1981. A Los Angeles gli chiesero di aiutare Laura Branigan per il suo disco d’esordio. Le fece ascoltare Gloria. La incise e i dj se ne innamorarono».

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