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Spettacolo

Penelope Cruz: “Almodovar mi cacciò a 16 anni poi per fortuna è successa una cosa…”

Penelope Cruz su Almodovar e non solo, l’intervista ai microfoni di ‘Io Donna’

Penelope Cruz: “Almodovar mi cacciò a 16 anni poi per fortuna è successa una cosa…”. L’attrice spagnola parla di vita privata e professionale in una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Io Donna’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

In Wasp Network lei interpreta Olga, una donna tradita, che resta sola a Cuba per convinzione politica e per crescere i propri figli. Come si è preparata per questo ruolo?
“Per potermi calare nei panni di un personaggio cerco sempre di capirlo a fondo, pur senza condividerne necessariamente le scelte morali. Non mi chiedo mai se abbiamo qualcosa in comune, non è questo il punto. Olga è molto estrema nelle sue scelte, a differenza di me, tanto nella politica quanto nella vita. Per interpretare questo ruolo ho discusso molto della situazione politica dell’epoca con alcuni esuli cubani in Spagna e negli Stati Uniti. E anche con il mio insegnante di dizione, Pavel, che mi ha aiutata a lavorare sull’accento cubano, difficilissimo da padroneggiare! Abbiamo lavorato assiduamente per mesi, è una musicalità totalmente diversa da quella dello spagnolo che si parla in Spagna. Più passa il tempo più mi specializzo nei diversi accenti! Per Escobar-Il fascino del male (Loving Pablo), in cui ho interpretato l’amante di Pablo Escobar, ho dovuto imparare l’accento colombiano. Per la serie in cui ho interpretato Donatella Versace, ho adottato un accento italiano con una sfumatura americana. Interpretare Donatella è stata una vera sfida, perché tutti conoscono il suo leggendario modo di parlare e il suo accento calabrese”.

Penelope Cruz: “Insegno ai miei figli il rispetto per l’ambiente”

[…] A Madrid ha partecipato con Bardem alla COP 25, la Conferenza internazionale sul clima. Che tipo di ambientalista è?
“Nel mio piccolo cerco di cambiare abitudini, insegno ai miei figli a risparmiare l’acqua, a riciclare, a non comprare prodotti con imballaggi in plastica usa e getta, e così via. La crisi climatica è ovviamente uno dei problemi più impellenti in assoluto. Forse sono troppo ottimista, ma credo che stiamo assistendo a un’autentica presa di coscienza collettiva. I dati scientifici sono sotto gli occhi di tutti”.

Harvey Weinstein è stato condannato a 23 anni negli Stati Uniti. In Francia, Adèle Haenel ha rotto un tabù con la sua confessione sconvolgente. Cosa pensa dei cambiamenti radicali in atto nel mondo del cinema?
“Tutto questo mi tocca personalmente, è ovvio. Ma credo sia un errore parlare solo del ristretto ambiente cinematografico. Di abusi ce ne sono ovunque e tutti devono essere denunciati con forza. Insegnanti o infermiere, per esempio, non hanno necessariamente la stessa voce che possiamo avere noi attrici. Ecco perché faccio parte di Time’s Up, un’organizzazione che raccoglie fondi per le vittime di abusi. Il primo passo è quello di aiutare le persone a trovare il coraggio di parlare. Il secondo è quello di mettere a loro disposizione un avvocato per difendere i propri diritti. Al Festival di San Sebastián in Spagna (dove ha ricevuto un trofeo d’onore, ndr), ho parlato di violenza domestica, in particolare dei femminicidi, troppo numerosi nel mio Paese”.

Penelope Cruz: “Almodovar come un fratello maggiore”

Ha dedicato il premio a Pedro Almodóvar…
“Pedro mi ha offerto dei magnifici ruoli femminili. Nel suo ultimo film, Dolor y Gloria, ho interpretato sua madre, un grande onore! Per me è come un fratello maggiore. È sempre sincero, con lui non ci sono mai problemi e questo mi fa stare bene. Ci vediamo spesso a Madrid, parliamo di progetti cinematogriafici. Siamo sempre stati molto legati. Lo avevo capito prima ancora di incontrarlo, lo ammiravo così tanto! Quando ci siamo visti per la prima volta, era come se ci conoscessimo già… Io avevo 16 anni, mi disse che ero troppo giovane per recitare nei suoi film. E poi mi ha richiamata, per fortuna! È un creatore assoluto, scrive, dirige, monta, sogna le sue storie per mesi prima di realizzarle. Quando lavoriamo insieme mi chiede di essere vulnerabile, di lasciare da parte il mio ego, di partire da zero. Con Pedro bisogna essere come un blocco di argilla a cui lui dà forma e da rifinire insieme. E poi lui sa che non ho più paura di interpretare ruoli di donne mature. Allora mi dico: benvenuto il prossimo decennio!”.

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