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Salute

Zero morti in Lombardia, capo task force: “Fenomeno harvesting, ma restano da fare verifiche”

Zero morti in Lombardia, Vittorio Demicheli spiega i numeri di ieri a ‘Il Corriere della Sera’

Zero morti in Lombardia, capo task force: “Fenomeno harvesting, ma restano da fare verifiche”. Il dottor Vittorio Demicheli, epidemiologo alla guida della task force della Regione e direttore sanitario dell’Ats di Milano, spiega lo ‘zero vittime in Lombardia’ ai microfoni de ‘Il Corriere della Sera’

«Restano da fare verifiche coi Comuni, ma il segnale resta chiaro. E non ci sarebbe troppo da sorprendersi […] Man mano che l’epidemia anche in Lombardia retrocede si ragiona su numeri sempre più piccoli. Il dato dei decessi rispecchia l’andamento anche se indica sempre storie cliniche iniziate qualche settimana prima. È una conseguenza anche del dato che emerge dalle terapie intensive».

In che senso?
«A morire sono quasi sempre i malati più gravi che spesso erano intubati. Se il numero nelle ultime settimane è sceso da oltre 1.300 ai 197 di ieri significa che sono molte meno anche le persone con un quadro clinico compromesso. I dati vanno letti nel loro complesso».

È tra quelli che considerano che il virus sia meno letale?
«Su questo non si hanno certezze. Credo invece che stiamo vivendo un fenomeno che gli inglesi chiamano harvesting. Il virus ha fatto la cosiddetta “mietitura”, ha accelerato quindi il percorso clinico di persone fragili, in molti casi con altre patologie. Può essere che ora abbia consumato il bacino dove poteva fare più danni e si presenti con letalità contenuta».

Zero morti in Lombardia, capo task force: “Numeri ai minimi se il trend dovesse continuare così”

Ieri in Lombardia c’erano 440 nuovi contagi. Oggi 285. Chi sono i nuovi positivi?
«Tre giorni fa si è concluso lo screening di massa su operatori e personale delle Rsa, ma i referti di quei tamponi entrano ancora nei dati di questi giorni. Ci sono poi i positivi che emergono dai test sierologici e quelli segnalati dai medici di base nel quadro di sorveglianza diffuso che parte anche dalle segnalazioni dai luoghi di lavoro. C’è poi qualche caso di contagio in famiglia, ma non troviamo più catene lunghe».

Sembra di capire che pochi arrivino da chiamate ai pronti soccorsi…
«È il dato più importante che conforta il monitoraggio: la curva di chiamate al 118 è tornata a numeri pre-Covid, dopo essere stata piatta ma rilevabile nelle ultime settimane».

Il saldo numerico delle terapie intensive è in striscia negativa da diverso tempo. C’è ancora gente che entra?
«Pochissimi. In alcuni casi sono pazienti già ricoverati che necessitano di sostegno respiratorio».

Quando si potrà arrivare anche in Lombardia a contagi vicino allo zero?
«Non possiamo escludere una ripresa del contagio e un’oscillazione dei numeri dato che ora la gente sta tornando alla vita di prima. La prima riapertura del 4 maggio sembra assorbita. Se il trend dovesse continuare ad essere questo in un paio di settimane potremmo arrivare a numeri minimi».

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