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Spettacolo

Christian De Sica: “Alberto Sordi? Vi dico perché non si è mai sposato. Totò un uomo triste fuori dal set”

Christian De Sica racconta Alberto Sordi in una intervista a ‘Il Messaggero’

Christian De Sica: “Alberto Sordi? Vi dico perché non si è mai sposato. Totò un uomo triste fuori dal set”. De Sica parla alla vigilia del centenario del grande attore romano in una intervista rilasciata ai microfoni de ‘Il Messaggero’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

«Quando Alberto Sordi era ormai anziano, gli comunicai il desiderio di girare un film sulla sua vita. Lui mi guardò stupito e replicò: vuoi scherzare? Al di fuori del lavoro, la mia vita è sempre stata grigia».

Christian, chi era per lei Alberto?
«Uno zio. Frequentava regolarmente casa nostra e, ricambiato, adorava papà che nel 1951 aveva prodotto il suo primo film da protagonista, Mamma mia che impressione!. Nessuno, all’epoca, voleva Sordi: il suo nome venne perfino cancellato dai manifesti di Lo Sceicco bianco… Ma mio padre si era innamorato di lui ascoltandolo alla radio nel ruolo del Compagnuccio della parrocchietta».

Che tipo era, Sordi, in privato?
«Scherzosissimo e sempre allegro a differenza di tanti comici che, come Totò, fuori dal set ostentavano una tristezza quasi lugubre. Amava giocare e far ridere anche nelle occasioni più inaspettate».

Christian De Sica: “Alberto Sordi mi regalò una costosissima macchina per dimagrire”

[…] Ha potuto constatare di persona la generosità di Sordi che fu invece perseguitato dalla fama immeritata di avaro?
«Certo. Ricordo che per i 18 anni mi regalò una costosissima macchina per dimagrire e quando mi sposai (con Silvia Verdone, ndr) un accendino d’oro massiccio».

È vero che negli anni ’50 Sordi soffiò a suo padre la villa di Caracalla, dove sarebbe vissuto fino alla fine?
«Sì. Papà non aveva i soldi sufficienti, se li era giocati al Casinò. Poté permettersi solo il nostro appartamento di via Aventina. Alberto invece comprò la villa in contanti».

[…] Perché, secondo lei, non si è mai sposato?
«Non voleva mettersi un’estranea in casa: la sua celebre battuta corrispondeva ai suoi sentimenti. Però non si fece mancare gli amori e a casa nostra portò molte sventole. Ma alla prima pretesa matrimoniale le scaricava».

Qual è il merito più grande di Alberto?
«Aver rivoluzionato la comicità rendendo simpatici dei personaggi spregevoli che incarnavano i difetti italiani. Mi spiegava: non si ride con San Francesco ma con Satana».

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