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Salute

Coronavirus, sospesa sperimentazione vaccino ‘italiano’: preoccupa la reazione di uno dei partecipanti

Coronavirus, sospesa la sperimentazione del vaccino realizzato in collaborazione con l’Italia

Coronavirus, sospesa sperimentazione vaccino ‘italiano’: preoccupa la reazione di uno dei partecipanti. AstraZeneca sospende tutti i test clinici sul vaccino per il coronavirus che sta sviluppando con l’Università di Oxford. Il motivo? Uno dei partecipanti ha accusato una seria potenziale reazione avversa. Lo stop temporaneo consente al colosso farmaceutico di esaminare il caso ne rivedere i dati sulla sicurezza.

“Il nostro processo standard di revisione dei test ha fatti scattare una pausa”, afferma un portavoce di AstraZeneca. “Si tratta di un’azione di routine che si verifica ogni volta che c’è una potenziale reazione inspiegata in uno dei test”. Questo fornisce il tempo di “indagare e assicurare allo stesso tempo il mantenimento dell’integrità del processo dei test“, aggiunge AStraZeneca.

“Nei test più ampi reazioni possono accadere per caso ma devono essere indipendentemente valutate con attenzione”. Il colosso farmaceutico con l’annuncio della sospensione cala del 6% a Wall Street nelle contrattazioni after hours. Non è inconsueta per i test clinici una sospensione.

Ma lo sviluppo del vaccino del coronavirus è uno di quelli più sotto osservazione della storia. Quindi qualsiasi segnale che arriva dai test è passato all’esame con la lente di ingrandimento. Anche se il vaccino di AstraZeneca fosse alla fine approvato, questa battuta d’arresto potrebbe tradursi in timori sull’uso.

I dati iniziali sui test sono apparsi molto promettenti, con il vaccino in grado di produrre una robusta risposta immunitaria e solo deboli effetti collaterali. Lo stop di AstraZeneca arriva nell’acceso dibattito in corso su una possibile politicizzazione del vaccino, soprattutto negli Stati Uniti dove Donald Trump spinge per averlo prima delle elezioni di novembre fra i dubbi degli esperti. Non da ultimo quelli di Anthony Fauci, il super esperto americano in malattie infettive, secondo il quale è improbabile che un vaccino sia pronto entro la fine dell’anno. Lo riporta Ansa.

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