Martina Colombari e la presa di coscienza, l’intervista a Vanity Fair
Martina Colombari: “Mi sono guardata dentro e ho capito che stavo buttando via una vita”. La showgirl e attrice tocca vari argomenti in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.
C’è chi riceve commenti poco graditi per il corpo morbido e chi se magra e in forma come lei non è esente da critiche, come si fa a non curarsi degli haters sui social?
«Di recente in un dibattito dedicato proprio ai corpi delle donne, curvy, formosi, dalle linee morbide o abbondanti, ho fatto presente che anche chi è magro, che non ha un peso forma di quelli che la gente si aspetta, perché ha un corpo sportivo, fisicato, allenato, o soffre di un disturbo alimentare, è sottoposto a critiche.
La questione è che la gente non accetta le diversità di razza, di religione, di sesso, ma anche quella dovuta a un aspetto che non è come quello degli altri. Siamo in un momento in cui ci viene chiesto di essere fatti con lo stampino, di omologarci, e il covid non ci ha aiutato, perché siamo diventati irascibili e più irritabili. Se pure siamo in una fase di evoluzione, che di solito porta a un miglioramento, sembra in realtà che non ci sia crescita, come se non fossimo pronti ad accettare i cambiamenti e le novità.
Dov’è scritto quali devono essere gli standard di un corpo? Oppure che un uomo debba per forza amare una donna o che dobbiamo nascere tutti dello stesso colore? È per questo che più di tanto i commenti negativi non mi danno fastidio, perché so io come mi sento, se sto bene o male, se sono serena o no, o quanto l’attività fisica mi sia utile per sentirmi in forma, più sana, con meno acciacchi e mi tenga lontana da abitudini disfunzionali che portano a un cattivo stile di vita».
Martina Colombari è stata criticata per anoressia
Ma lei parla spesso della sua alimentazione sana per avere energia e stare bene, fa mai delle rinunce?
«È inutile girarci intorno se hai uno stile di vita sano vivi meglio e vivi di più. Possiamo mettere il nostro corpo in una condizione ideale, limitando grassi, come quelli della carne rossa, zuccheri, sale, facendo attività fisica, scegliendo un lavoro che piace, se si può, cercando degli amici veri e non semplici conoscenti che si è obbligati a vedere per qualsiasi motivo.
Attraverso l’alimentazione, in primis, si fanno scelte importati per la salute, quello che si mette sulla tavola è già un passo verso un vita migliore. Basta informarsi un po’ e si impara a mangiare in modo gustoso e sano, evitando troppi carboidrati raffinati, per esempio. Di recente ho scoperto la pasta alla farina di ceci che è buonissima. Mangio molti legumi, li cucino in zuppe, o come hamburger, oppure preparo un piatto indiano, si chiama dal, fatto con lenticchie gialle e curcuma, a volte punto su insalata e feta, è un modo di mangiare che porta via più tempo ma è più equilibrato.
Oggi ero a pranzo in un ristorante pugliese, ho mangiato la puccia con stracciatella e le verdure trifolate ed ero felice e contenta. Stasera magari mangerò di meno, ci vuole equilibrio e non si deve cadere negli estremismi ma scegliere la via di mezzo. Un regime alimentare è una disciplina e ogni disciplina porta solo buoni risultati, che sia essa la pittura o la meditazione».
Martina Colombari: “Mi sono guardata dentro e ho capito che stavo buttando via una vita”
[…] Ha avuto momenti nella sua vita in cui non si è piaciuta o non si è accettata?
«Due anni fa, quando mi ero stancata di assecondare prevalentemente le aspettative di tutti, senza pensare a cosa voleva Martina da Martina. Non volevo essere più quello che non ero, perché ero quello che volevano gli altri e non quello che volevo io, avevo snaturato la mia essenza, la mia sostanza. Non mi “ascoltavo”, mi sentivo irrisolta.
Ho sentito la necessità di accogliere ed ascoltare i miei desideri profondi, di trovare una Martina più vera, più autentica e ora se non mi va una cosa non la faccio e vedo quella persona se mi fa piacere, se trovo interessante l’ascolto, così da tornare a casa ed essere contenta di averla frequentata per quelle due ore. Mi sono guardata dentro e mi sono accorta che stavo buttando via una vita, stavo sprecando tempo e mi sono detta “focalizzati”.
Poi l’anno scorso ho anche scoperto il teatro e mi si è aperto un mondo. Quando reciti ti senti un artigiano, è come se stessi sfornando una pagnotta. Sei tu l’artefice. Poi ho iniziato a fare dei percorsi ad Assisi in un centro che si chiama “Le Case” con Stefania Galié che insegna Movimenti e Danze Sacre».
Il rapporto di coppia
[…] Billy Costarcurta, suo marito, ha detto in un post molto romantico che lei da 25 anni, ogni mattina, gli regala un sorriso che gli ha cambiato la vita. Ci dice il segreto per avere sempre quel sorriso sulle labbra?
«Ringrazio tutti i giorni perché ho trovato un uomo veramente speciale. Litighiamo pure, perché io sono la focosa e lui ha il suo rigore e la sua rigidità che non si smolla. Ma nonostante le nostre diversità vogliamo continuare a costruire mattone dopo mattone la nostra storia d’amore che dura da tanti anni. Abbiamo un rapporto che è difficile da rompere e da sporcare, siamo molto coesi, siamo in sintonia, facciamo anche delle cose separati, nel mio percorso ad Assisi non ci mette il naso.
Ci aiuta molto il fatto che non siamo mai stati competitivi sul lavoro, pur facendo lavori pubblici simili, uno nello sport e una nello spettacolo. Ci hanno proposto di partecipare a “Ballando con le Stelle”, gli ho suggerito di andare, così come di trascorrere questa estate tre giorni in camper, perché a causa del covid preferivamo non frequentare alberghi, ma lui mi ha guardato come se gli avessi detto “andiamo a rubare come fanno in La casa di Papel!”».
Che programmi ha per il futuro?
«Quando riapriranno i teatri io e Corrado Tedeschi saremo pronti a riprendere il tour di “Montagne russe” che abbiamo dovuto interrompere a causa del covid. Adesso lavoro su Instagram, con campagne digitali, ho in previsione un podcast ma devo ancora decidere l’argomento. I social ci stanno aiutando e adesso li usiamo di più nel modo giusto, non come album dei ricordi come facevamo prima, ma come mezzi di comunicazione».
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