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Corinne Clery: “Mio figlio mi odia, non parliamo più. Ecco perché mi sono allontanata dalla vita mondana”

Corinne Clery sul figlio e non solo, l’intervista a ‘Vanity Fair’

Corinne Clery: “Mio figlio mi odia, non parliamo più. Ecco perché mi sono allontanata dalla vita mondana”. L’attrice parla a cuore aperto della sua vita privata e professionale in una intervista rilasciata ai microfoni della rivista ‘Vanity Fair’. Ve ne proponiamo alcuni passaggi.

La parola free cosa le fa venire in mente?
«Che sono la regina della libertà, in modo quasi animalesco. Alla tenera età di 70 anni non riesco ancora a fare a meno di fare quello che voglio. Sono libera di pensiero e non accetto compromessi».

Di cos’altro è fatta la sua libertà?
«Di indipendenza, di fughe ma anche di resilienza, se è il caso. Soprattutto di poter dire le parole che penso, magari con un filo di diplomazia in più di quando ero una ragazza. Certo, questo tipo di libertà ha un prezzo».

Quale?
«Dare fastidio a qualcuno. La libertà non va mai di pari passo con la massa, la penseranno sempre diversamente da te. Io sono disposta a cambiare idea, solo i cretini non lo fanno, ma non sono comprabile».

«Mi sto abituando al mio viso, che non mi assomiglia più», è una delle prime battute del suo personaggio in Free. Che effetto le fa pronunciarla?
«Non mi fa impazzire, però mi piace di più accettarmi come sono piuttosto che essere un’altra che non sono più. Io sono un po’ cervellotica, anche se sembro una peperina».

Corinne Clery: “Mio figlio non mi parla più”

[…] «Mi sono ritirata troppo presto», dice la ex cantante che interpreta sempre in Free.
«Invece io non mi sono mai ritirata, il mio è un buon ritiro. Mi sono allontanata dalla vita mondana tanto tempo fa. Gli inviti non mancano, ma sono troppi, e poi con chi vado a parlare, e di cosa?».

Con un film erotico, Histoire d’O, il primo successo.
«Che ancora oggi non capisco. Non volevo farlo, ho compiuto 25 anni su quel set, non mi sono accorta di niente, quando ho avuto successo non l’ho realizzato, tutt’oggi è così. Sul set mi chiamavano “madame Cléry”, io non rispondevo. Non solo perché mi sono sempre vissuta come Corinne, ma perché di cognome faccio Picolo, con una sola “c” […] A 19 anni ho avuto mio figlio Alexandre, poi sono andata a vivere in Polinesia, quindi in giro per il mondo».

Alexandre è il figlio avuto con Hubert Wayaffe.
«E ho deciso subito che non ne avrei avuti altri. Anche se ero una bambina, l’ho voluto e l’ho amato tantissimo. Si è ammalato, si è preso una salmonellosi e il colera, e gli ho salvato la vita. Ma ho perso otto chili in un mese, ed ero già magra. Subito dopo la sua malattia mi sono separata, ho capito che l’amore con quell’uomo non esisteva più. Vengo da una famiglia borghese molto unita, e visto che avevo solo 20 anni ho intuito che avrei avuto altri compagni, e che non avrei potuto fare un figlio con chiunque altro, da lì in avanti».

Perché lei non parla con Alexandre da quattro anni?
«È lui che non parla con me, mi odia».

Non gli sono piaciute le sue scelte?
«È probabile, ed è così da quando era piccolo. Quando giravamo il mondo per i tour promozionali e qualcuno mi lasciava un bigliettino, lui mi diceva: “Mamma, ti piace questo signore?”, e quando lo rassicuravo dicendo di no, prendeva il bigliettino e lo strappava. Ma i maschi sono tutti gelosi delle madri, il punto non è questo».

Quale è?
«A saperlo… Una volta mi ha inchiodata, in autostrada. Ero stanchissima, non posso dimenticarmelo. C’era ancora mio marito, saranno 12 anni fa. Non mi ha detto niente di clamoroso, non mi ha parlato della sua gelosia, ma ha tirato fuori alcuni dolori».

Corinne Clery: “Mio figlio mi odia”

Per esempio?
«“È colpa tua se non ho conosciuto i miei nonni paterni”. Ho divorziato che lui aveva un anno e pochi mesi, per cose gravi, che ho preferito risparmiargli. E ho sbagliato, in parte, sperando che capisse la fatica di essere genitori, ora che è padre».

Che cosa gli ha tenuto nascosto?
«Cose brutte che ha fatto suo padre, taciute per proteggerlo. Invece la verità, per quanto brutale, va detta. Solo che a me viene tutt’oggi difficile, anche perché suo padre non era un uomo cattivo, era superficiale».

Solo superficiale?
«Ci sono stati ricatti, richieste di soldi a mio padre. Stando zitta mi sono presa delle colpe perché ero forte, ma oggi è diverso. È facile mettere un rossetto e i tacchi alti, un po’ più difficile è andare avanti con il sorriso sulle labbra tutti i giorni».

Che cosa vuole dire a suo figlio?
«Di fare i conti con se stesso, perché dare la colpa agli altri è troppo facile. E soprattutto, pensa alla gioia, alle risate, all’affetto ricevuto, alle coccole, non a quella volta in cui non sono venuta alla partita di baseball».

E come ci salutiamo?
«Alla mia età ho il diritto di fare ciò che voglio, è la mia ribellione. Felice lo sono stata tanto, e non lo sarò mai più, mi va bene così. Oggi sono serena».

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